PNRR e incompetenze funzionali





Lavorare riposa... PNRR e misure per la scuola. Proprio di recente il Governo ha confermato la necessità di chiedere una proroga a Bruxelles per la messa a gara dei progetti per gli asili nido e le scuole materne da parte dei Comuni.

Il termine previsto per il 30/06 p.v. non potrà essere rispettato e, dunque, appare fortemente a rischio la possibilità di usufruire della terza tranche di ben tre miliardi di euro a disposizione per la misura.

Gli avvisi sono stati pubblicati a dicembre 2021 e concernono diverse linee di intervento per le infrastrutture, ossia:

  • 4 avvisi per l’edilizia rivolti agli enti locali;

  • 1 investimento ripartito tra le regioni;

  • 1 investimento per le scuole.

Orientarsi nelle maglie del PNRR, dei suoi adempimenti, delle misure e delle scadenze è assai complicato e richiede, al cittadino che voglia tenersi informato sullo stato dell’arte, una ricerca ed un livello di approfondimento estenuanti.

Ci abbiamo provato, e ciò che è emerso in maniera evidente e immediata è la macchinosità dell’intero programma e la difficoltà (imprevedibile??) della PA italiana nell’affrontare questa sfida, tanto stimolante quanto impegnativa.

Ebbene, gli Enti Locali, destinatari delle misure insieme alle scuole, non erano e non sono affatto preparati a gestire la mole di lavoro che il piano, nel suo complesso, richiede.

Questo, unitamente al fatto che la piattaforma di accesso ai bandi di cui gli Enti e le scuole avrebbero dovuto usufruire è stata attivata ben oltre l’estate del 2022 e che le istruzioni operative per i Comuni sono state emanate soltanto a dicembre scorso.

La responsabilità nell’adeguamento alle (comunque) tardive disposizioni ricade, ovviamente, anche sugli Enti Locali, in molti casi del tutto sprovvisti delle risorse necessarie per l’attuazione dei piani.

Nessuno, infatti, ha pensato di potenziare la macchina della PA attraverso assunzioni mirate e funzionali all’attuazione del PNRR.

Perché?

Forse perché le nuove assunzioni non sono previste, né sovvenzionate dal PNRR, e debbono essere finanziate con la spesa corrente…

E le risorse interne dove sono?

Ed, eventualmente, come incrementare il personale?

Emanare nuovi concorsi sarebbe compatibile con i tempi del PNRR?

Procedere con le stabilizzazioni del personale già in essere risolverebbe il problema?

Consulenti e collaboratori esterni basterebbero?

Nella migliore delle ipotesi qualcuno si sarà posto il problema ma è evidente che, allo stato, non sono state proposte soluzioni.

Difatti, il più delle volte, gli Enti Locali sono abbandonati a loro stessi, senza una direzione tecnica che potrebbe evitare errori, anche di valutazione, come, ad esempio, nel caso clamoroso del Comune di Castenaso che sembrerebbe aver “rinunciato” (ammesso che la “rinuncia” sia consentita) a 4 milioni di fondi del PNRR destinati alla costruzione di un palazzetto per gli sport a rotelle che aveva ricevuto l’appoggio anche della federazione sportiva di riferimento, con una delibera della Giunta Comunale.

Motivazione? Tempi troppo stretti per la progettazione dell’opera dopo la concessione del contributo, arrivata il 21 settembre, la sua ubicazione e soprattutto i fondi non sufficienti per realizzarla, il che avrebbe costretto il Comune ad attingerli dalle proprie casse.

Incapacità progettuale? Incompetenza?

Come si fa a rimettere in corsa questo treno di opportunità che dovrebbe condurre alla creazione di n. 260.000 nuovi posti per gli asili nido e le scuole dell’infanzia mediante la creazione di oltre 2.000 strutture, entro il 2026?

Come giustifichiamo una richiesta di proroga a Bruxelles?

Qualcuno avanza l’ipotesi di sostituire i Comuni con una direzione centrale che assista e coordini gli Enti Locali e di aprire i bandi alle realtà del terzo settore e alle aziende interessate alla costruzione di nidi aziendali, con previsione di quote di riserva per i figli di famiglie non dipendenti delle aziende coinvolte.

Indipendentemente da come la si pensi sulla collaborazione con i privati è certo che il rischio di non ottenere una risorsa pari a 3 miliardi di euro, che dovrebbe essere messi a gara a giugno 2023, è di una portata enorme, soprattutto con riguardo alle conseguenze sociali che si rovescerebbero, guarda caso, sull’occupazione femminile, sulla genitorialità e sul già calante trend della natalità.

Quello che si rileva sul tema dell’istruzione vale, però, per tutte le azioni previste dal PNRR.

Come si diceva all’inizio, il Ministro per i rapporti con il Parlamento, Fitto, ha presentato alla Camera la relazione della Corte dei Conti sul PNRR, dalla quale è emerso non soltanto che parte dei 20 obiettivi da chiudere entro il 2022 non sono stati raggiunti ma anche che l’utilizzo delle risorse stanziate è fermo al 6%, per cui è necessario prevedere uno sforzo enorme per i prossimi anni affinché si possano impiegare tutti i fondi.

Come dire che anche quando i soldi ci sono non si riesce a spenderli sensatamente ed ogni occasione, salvo per qualche piccolo e virtuoso Comune, è un’occasione persa!

Insomma, in tutti i settori interessati i ritardi e la scarsità progettuale la fanno da padroni, la visione continua ad essere sempre a cortissimo raggio e il povero cittadino continua a non capire cosa succede, ma soprattutto, perché.

Ma se fosse tutta una questione di incompetenza?

Caterina Burgisano*

*Avvocatessa quando si riposa, madre per il resto del tempo