Linguaggi di pace al nido: il tatto, il gesto, la parola

Giulio Reggio



Anche gli uomini...educano

Una relazione orientata alla pace si fonda sull’ascolto e la cura del corpo come “scuola di tenerezza”, mediante la valorizzazione del tempo della cura che ha bisogno di un pensiero forte e della consapevolezza dei propri vissuti emotivi da parte degli adulti.


La Pace attraverso il corpo

Penso al contatto fisico nel momento del cambio o del sonno, alla modalità di tenere in braccio, tener per mano, pulire la bocca o il naso, pettinare e rivestire.

Il corpo va rispettato e il rispetto implica per l’educatore anche la sensibilità di trovare la giusta distanza quando un bambino o una bambina non hanno voglia di essere toccati o accarezzati. Come uso le mani, come parlo, come sfumo il mio gesto, come mi muovo nello spazio nei confronti dei bambini e verso gli altri adulti?

Gesti di pace

È opportuno sottolineare la differenza tra un gesto deciso e uno aggressivo: il primo, necessario in alcuni momenti - come ben sanno educatrici ed insegnanti- per contenere e dare sicurezza, si distingue dal secondo per la sua diversa tonicità, perché accompagnato da un tono di voce fermo, ma non "rancoroso", perché viene sostenuto da una mimica coerente, ma non "rabbiosa".

È l’insieme delle sfumature del linguaggio corporeo e verbale che segna la differenza tra fermezza e aggressività.

Parole di pace

Abbiamo bisogno di una parola che consoli, sostenga e contenga, se necessario, con chiarezza e serenità. 

Con i bambini più piccoli si tratta di prestare parole a chi ancora non le ha, come l’etimologia del termine infanzia ci ricorda.

Con il linguaggio verbale e uno sguardo colmiamo una distanza e diamo sicurezza; possiamo e dobbiamo porre dei limiti ai comportamenti senza incidere sui sentimenti o promettere punizioni in un prossimo futuro. Una parola comprensibile, quindi, che spiega ciò che occorre, calma e non crea inutili tensioni. 

Bisogna al contempo tener presente che fino a due anni e mezzo la corporeità è lo “strumento” prevalente di comunicazione con il mondo e pertanto non è opportuno riempire il rapporto con i bambini di fiumi di parole. L’importanza della voce e delle sue molteplici sfumature è stata messa in rilievo da Anna Maria Mossi Giordano nell’articolo Educare, emozionare, crescere attraverso la voce che invito a leggere per la sua profondità e ricchezza di pensiero.

Abbracci e conflitti

Tra i bambini si verificano i cosiddetti comportamenti empatici: abbracci, carezze, atti e sguardi consolatori e immedesimazione, soprattutto tra bambini – anche molto piccoli - che si conoscono, si frequentano e condividono esperienze quotidiane.

Valorizzare il comportamento prosociale dei bambini significa ad esempio sottolineare all'interno delle comunità educative (nido / scuola dell’infanzia) i comportamenti prosociali, mostrando l'apprezzamento degli adulti per i modi di fare orientati al rispetto e alla cura.

Pace e conflitti

Bisogna ricordare anche le situazioni conflittuali. Al nido, ove il bambino vive sempre a contatto con gli altri è più facile che si manifestino comportamenti ritenuti aggressivi, perché maggiori sono le possibilità di relazione e quindi possono verificarsi incomprensioni e atti di disturbo reciproco. Il nido appare il terreno più adatto per offrire ai bambini una sorta di rodaggio necessario in quelle abilità sociali che vanno oltre i rapporti con gli adulti e con i fratelli e le sorelle.

Percorsi di pace

La conquista delle prime competenze sociali può avvenire attraverso prove ed errori, sconfitte e mediazioni, contrattazioni e scelte reciproche ed è per questo che l'esperienza di gruppo all'interno del nido e dei servizi educativi in genere è di grande utilità.

Come abbiamo visto, si può dunque cominciare dalla più tenera età a costruire percorsi di pace nei servizi educativi, grazie ad una pratica di cura incarnata che prende a cuore il benessere dei bambini, giorno dopo giorno.


Giulio Reggio*

*Consulente pedagogico, formatore, psicomotricista e responsabile editoriale del Blog Lo specchio di Alice