Come educare alla NON violenza?



Partecipare per crescere... Osservo ciò che accade, anzi gli accadimenti mi travolgono nella loro spietata e cruda realtà. Troppa la violenza reiterata ed agita nei confronti delle donne, tante le aggressioni gratuite a danno dei soggetti fragili come i bambini, gli anziani e anche gli animali. 
Tutto questo si palesa in un clima quasi goliardico, come fosse un gioco torturare e violentare. 


La matrice fallata

Mi chiedo quale possa essere la matrice fallata di questa "anestesia del sentire" che ha messo il suo marchio infame nell'anima di tanti giovani, ma anche di tanti adulti, riducendoli ad esecutori materiali indifferenti e crudeli. 
Una società distopica e disarmonica può solo partorire i suoi frutti peggiori dal mio punto di vista esistono responsabilità precise ed identificabili. 
E' inquietante il "branco" di ragazzini alcuni minorenni, che hanno con efferatezza violentato una giovane ventenne.
La violenza non nasce dal nulla, trova nutrimento ed espressione in ambienti dove veicola lo stesso humus aggressivo, anaffettivo, muto, distante, privo di ogni riferimento valoriale ed educativo. 

Le famiglie disfunzionali 
Certo, a volte una "pecora nera" può' uscire fuori anche da un ambiente responsabile ed accogliente, ma la mia esperienza in ambito educativo narra quanto siano importanti le figure di riferimento o genitoriali, la stessa comunità, nel processo educativo di un bambin* e di un ragazz*. 

Quello è il primo step che può fare l'enorme differenza, i nostri comportamenti educativi tracceranno la rotta e presto potremmo accorgerci se stiamo crescendo individui privi di empatia ed anaffettivi o individui sensibili, gentili, solidali, rispettosi verso sé stessi e gli altri.

I bambin* e gli adolescenti sono la cartina al tornasole di noi adulti, del nostro modo di stare al mondo, di interpretarlo e rispettarlo. 


Capirne le ragioni
Inorridisco di fronte ai giustizialismi di piazza, alla rabbia che detona senza limiti, che utilizza lo stesso linguaggio violento. Devo essere onesta, mi fa paura! Di fronte a questi crimini orribili sicuramente la prima reazione è di sgomento, ma non possiamo liquidare il tutto invocando pene capitali o addirittura la giustizia fai da te. 
Mai come ora e' necessario capire le ragioni di questi comportamenti, qualcosa non sta funzionando se alcuni esseri umani arrivano a compiere tali nefandezze. 
Come se non si comprendesse più il concetto del bene e del male. 
Arrivare a "non sentire" la sofferenza di un altro essere umano o vivente, a non percepire il dolore, a considerare il suo corpo come un oggetto a proprio uso e consumo, è veramente terrificante ed inaccettabile. 
Mi chiedo come sia possibile arrivare a questa cecità emotiva. Eppure in ogni parte del mondo continuano a proliferare conflitti, guerre, bombe, torture, violenze atroci su donne e bambini. 
Sembra che l'umanità non sia ancora sazia di orrore e morte. Perché? Come possiamo spezzare questa catena? 


Tutti siamo responsabili
Non possiamo pensare che quello che accade al di fuori delle nostre case non ci riguardi, ogni agenzia educativa è strettamente connessa, interfacciata, tutto riverbera e prolifica nel bene e nel male. 
Se entriamo in un luogo sporco, mal tenuto ci sentiamo autorizzati a non averne cura e rispetto, alla prima occasione ci ritroveremo a gettare qualcosa in terra, come se fosse normale! L'incuria chiama l'incuria, come il degrado difficilmente si sanerà da solo, continuerà a sprofondare nell'abisso senza fine, perderà pezzi di dignità, di civiltà, di etica, di giustizia e solidarietà. Una terra di nessuno può solo diventare arida di sentimenti, di presente e di futuro. 


Avere cura
Avere cura di ciò che tocchiamo, abitiamo, frequentiamo, dovrebbe essere il primo importante seme da innaffiare. Stiamo perdendo di vista cosa sia la responsabilità, o meglio ancora " il rendere e renderci responsabili" . Invece spesso lasciamo da soli, i bambin* e i ragazzi* nelle scelte importanti, senza che abbiano a fianco una guida autorevole e autenticamente amorevole. 
Stare e sostare nel processo educativo, significa ascoltare, porre attenzione, se necessario stabilire limiti coerenti e riuscire ad incentivare l'esigenza di autonomia e sperimentazione dei bambin* e dei ragazzi* e " contenerli" se ravvisiamo non ci sia ancora la maturità necessaria per affrontare una qualsiasi esperienza. 
In poche parole educare un bambin* a stare al mondo con gentilezza, rispetto e considerazione verso sé stess*  gli altri e l'ambiente in cui vive e le creature che lo popolano, non e' operazione semplice. 
Noi stessi dobbiamo educarci quotidianamente, evolvere anche spiritualmente affinché i nostri comportamenti siano coerenti e credibili. E' assurdo ad esempio pretendere rispetto da un bambin* o adolescente e magari non portarglielo affatto.


Urgenza educativa
Siamo in una condizione di urgenza educativa, sociale, valoriale, politica ed economica. Tutti aspetti interdipendenti, che non possono essere trascurati. La crisi globale che sta mietendo ingiustizie profonde e senza controllo, emette il suo "urlo muto" facciamo in modo che risuoni, assumiamo la nostra quota parte di responsabilità al cambiamento, finiamo di delegare e ignorare, il mondo chiede presenza e coscienza. 
Un piccolo passo ciascuno, ogni giorno, con costanza e bellezza, forse potrà restituire un presente ed un futuro migliore. 

Voglio crederci. Desidero crederci


Anna Maria Mossi Giordano, già educatrice nei nidi pubblici di Roma 

 




Anna Maria Mossi Giordano