In difesa della scuola Besta, della storia e degli alberi del parco.






Parola a... La scuola media Besta che ho frequentato a Bologna quasi quaranta anni fa e che hanno frequentato i miei figli ha una storia che si rifà ai "Febbraio pedagogico" e alla cultura architettonica dei paesi Scandinavi. 

Il febbraio pedagogico, per cui non lo sapesse, erano momenti di confronto e di partecipazione cittadina rispetto a temi come scuola, educazione e genitorialità in cui genitori, insegnanti e studiosi dialogavano e si confrontavano. Erano gli anni ‘60 e la politica locale bolognese si ispirava al welfare dei paesi del Nord Europa, come sappiamo che fece anche, l'allora assessora, Adriana Lodi che realizzò i primi asili nido comunali e pubblici in città

Io l'ho scoperto da poco, ma anche senza saperlo, questa struttura, adatta ad una didattica varia e personalizzata, mi è sempre piaciuta e ho capito da mamma quanto fosse importante che i ragazzi avessero tanto spazio a disposizione. 

Spazio scuola

Spazio all'esterno del plesso (ogni aula è al piano terra e dà direttamente sul giardino) e all'interno (ogni aula può contare su 30 mq aggiuntivi, ricavati delimitando una parte dell'enorme corridoio con armadietti che si possono spostare all'occorrenza).

Ma a quanto pare l'obsolescenza programmata non vale solo per gli elettrodomestici: la scuola ha 40 anni e secondo il Comune di Bologna è ora di demolirla per costruirne una nuova, completamente diversa, a forma di quadrifoglio, non più in mezzo al parco ma in un angolo del parco, vicino alle tre strade che lo delimitano. Così il giardino non sarà direttamente accessibile a tutte le classi e non ci saranno spazi modulabili in corridoio. (intervista all'architetta che progetto le scuole Besta)

La nuova costruzione

E naturalmente la nuova scuola va costruita prima di demolire la vecchia, così che i ragazzi non dovranno spostarsi per la durata dei lavori (circa tre anni), ma dovranno solo convivere col cantiere a pochi metri dalle finestre finché il nuovo edificio sarà pronto.

La nuova scuola e il parco

La nuova scuola verrà costruita in una porzione del parco che ospita gli alberi più vecchi (alcuni hanno quasi 60 anni) che finora hanno fornito ossigeno e ombra a tutti, anche a coloro che nemmeno sanno quanto sia importante quel pezzetto di verde. Sì, perché anche chi frequenta solo la parte di parco attrezzata coi giochi per i bambini, il campo da basket, gli attrezzi per fare ginnastica all’aperto, respiri. E respira meglio proprio grazie a quegli alberi che non ha mai notato.

Il parco e i bambini

I bambini e i ragazzi invece sì che li notano, perché grazie ai residenti in questo parco ci sono cartellini attaccati agli alberi che parlano della flora e della fauna che ci vive e le scuole, in pochi minuti, lo raggiungono per fare lezione di scienze e parlare di biodiversità.

Il parco e gli anziani

I più anziani ricordano un boschetto, "il pioppeto", che c'era già nelle foto del 1968; ma non tutti quegli alberi sono sopravvissuti, questi sono i superstiti che hanno resistito all'inquinamento crescente, alle estati sempre più siccitose e al clima che cambia. Ma non resisteranno alle ruspe e al cantiere che li danneggerà al punto da limitarne la sopravvivenza (una trentina saranno abbattuti subito). Senza parlare del consumo di suolo, che il Comune dovrebbe limitare “rinaturalizzando” l’area dell’attuale fabbricato.

(C'è una petizione che attraverso democratiche firme tenta di bloccare questo passaggio)   

Il nuovo e il vecchio

Con questo nuovo edificio si cancelleranno due pezzi di storia in una volta sola: l'architettura innovativa delle scuole volute da Zangheri e il verde che abbiamo tenuto e curato per tutti questi anni. 


Daniela Rocca