rapporto lungo, profondo e proficuo.
Per la prima volta e fino al 26 gennaio la mostra: Henri Cartier-Bresson e l’Italia.
Sono
circa 200
le
fotografie
che
compongono la mostra a cui si accompagnano numerosi
documenti tra
giornali, riviste, volumi, lettere. L’esposizione
inizia
con un
primo viaggio italiano, avvenuto all’inizio degli anni Trenta da
parte
di un
giovanissimo e
ancora inesperto Cartier-Bresson.
E’
in
viaggio di
piacere quando
scatta
alcune delle sue immagini più famose.
Il secondo viaggio, non meno significativo, avviene all’inizio degli anni Cinquanta e tocca l’Abruzzo e la Lucania, allora terre di grande interesse culturale, sociologico e per l’appunto fotografico, emblema di quel Sud in cui si affrontavano tradizione e modernità, povertà e cambiamenti sociali.
Divenuto ormai una leggenda vivente della fotografia, Cartier-Bresson ritorna a più riprese in Italia tra gli anni Cinquanta e Sessanta realizzando servizi per le grandi riviste illustrate dell’epoca, dedicando attenzione a Roma, Napoli, Venezia, Ischia e la Sardegna.
Il fotografo ritrae non solo i luoghi ma anche le persone, gli usi e i costumi del paese e non mancano i bambini.
Perché delle vecchie foto potrebbero interessare e piacere dei bambini?
Certamente perché quando la fotografia è arte, parla un linguaggio universale e transgenerazionale ma anche perché quando la fotografia è firmata Cartier-Bresson lo sguardo che cattura la realtà è sempre fanciullesca, indagatore e al contempo leggero, e le immagini che produce sono sempre bellissime. Immagini che raccontano la storia e che suscitano curiosità, domande, interesse.
La mostra è realizzata i collaborazione con la Fondation Henri Cartier-Bresson di Parigi e la Fondazione CAMERA – Centro Italiano per la Fotografia di Torino, con la curatela di Clément Chéroux, e Walter Guadagnini, direttori delle rispettive Fondazioni.
Info: Palazzo Roverella www.palazzoroverella.com