Cronaca Bambina
Quest'estate trascorsa poco in spiaggia e molto a passeggio per le città d'arte ho avuto modo di osservare famiglie di varia provenienza geografica. Ho notato, e annotato mentalmente, "tendenze educative" nostrane ed esterofile senza troppi pensieri.
Le famiglie "straniere" (più spesso europee) al pari di quelle italiane stanno diminuendo il numero di figli, se fino a qualche anno fa, potevo scommettere che i francesi avessero a seguito almeno tre figli, oggi il numero dei bambini è ridotto a due e spesso anche ad un solo discendente. Ho trovato poi uno strano aumento di famiglie con figli adulti a seguito in vacanza anche di diciotto, vent'anni...
E mentre gli inglesi si distinguono sempre per pallore dell'incarnato e per abiti, non alla moda, gli orientali si fanno notare per aumento di frequentazione rispetto a qualche anno fa, anche se continuano a spostarsi in gruppi e non in famiglia (peccato non poter osservare le tendenze educative dell'estremo est). Ho notato poi un forte aumento dell'uso prolungato del passeggino anche in bambini nordici un tempo più marciatori dei nostri italiani...
Ormai distratta da queste leggere osservazione, una volta tornata nel caldo agosto cittadino, mi sono trovata a girare per negozi in cerca di preventivi edilizi... (Come sempre i lavori più piacevoli si lasciano al tempo libero!) Quando sono incappata in un elegante showroom dove ci ha intrattenuta un'efficiente titolare di circa 40 anni. Aveva un aspetto ben curato e con voce pacata ci ha spiegato il catalogo di infissi... Ad un certo punto, un bambino di circa dieci anni, sfuggendo ad una giovane donna che gli corre dietro, esce da un ufficio con in mano un disegno da mostrare alla mamma. Lei visibilmente tesa, fulmina con lo sguardo la giovane donna e rivolgendosi a noi per bene due volte si scusa "Mi dispiace per la presenza di mio figlio" e aggiunge "Cosa volete? con le scuole chiuse..." E abbozza un sorriso a me sperando in una mia particolare comprensione. Sorrido meccanicamente, ma qualcosa mi rimane impigliato nei pensieri. Mi chiedo se al posto della mamma-lavoratrice ci fosse stato il papà-lavoratore: come si sarebbero svolti i fatti?
Il padre sarebbe stato contento di mostrare il figlio sul lavoro e il pubblico (ciò noi clienti) avremmo sorriso deliziati del fatto che un padre lavoratore porta con se suo figlio. Lui sarebbe risultato "Un bravo padre" e un "buon marito" che collabora con la vita famigliare. Tutto molto semplice e lineare.
Il disagio della donna però lo conosco molto bene, ha riguardato anche me in passato e va semplicemente superato.
Nei cambiamenti che dovremmo importare dall'estero ci dovrebbero essere, come sempre diciamo, molti più servizi di conciliazione, molti più vantaggi e incentivi sul lavoro, molti più sostegni alle donne nel frattempo sarebbe auspicabile imparare ad essere madre-lavoratrice con estremo orgoglio, anche quando è difficile. Sarebbe un cambiamento importante per conquistare nuovi spazi di emancipazione.
Laura Branca