Settembre: quando la città cambia


 




Crescere in città Sono tornati. Dall'ultimo fine settimana di agosto sono ricomparsi in città, sui marciapiedi per mano con i genitori, nei parchi, sotto i portici, sulle biciclette, a piedi, con il pallone in mano e lo zainetto sulla schiena; i più grandi con il telefono nella tasca posteriore dei pantaloncini.

 

Li avevamo visti numerosi  a giugno con i cappellini e gli zainetti dei centri estivi, poi sempre più radi, man mano che ci inoltravamo nei mesi di luglio e agosto. I più fortunati erano in vacanza con le famiglie, o al mare con i nonni, gli altri chiusi in casa per difendersi dall'aria bollente delle città del cambiamento climatico, probabilmente davanti a qualche schermo.

Ora attendono che, in successione, prima i nidi e le scuole d'infanzia, e per ultime le scuole primarie e secondarie, riprendano il loro corso, le prime settimane di orari ridotti, inserimenti e balletti di supplenze, poi, lentamente, di ritorno alla normalità.


(È così da sempre, i genitori sono consapevoli e rassegnati.)


Ma con il cuore vogliamo dire grazie, bambine, bambini, ragazze e ragazzi, che siete tornati a colorare la città, con la vostra allegria contagiosa, i vostri capricci a volte, le vostre insensatezze per il mondo degli adulti, il vostro inesauribile ottimismo minacciato - ma non vinto - da noi adulti, la vostra carica di energia che si contrappone alla nostra atavica stanchezza esistenziale.

Voi date  futuro e speranza  alle nostre  città ingrigite e invecchiate. A voi la nostra gratitudine!


(E grazie alla famiglie che anche quest'anno, nel silenzio, hanno supplito agli anacronistici e interminabili tre mesi e mezzo di vacanza scolastica. L'estate della scuola è più lunga dell'estate del calendario.)


Buon settembre.

 

Che sia un buon inizio per tutti.

 

Costanza Marri