Due maltrattamenti in strutture educative e un ragionamento



Cronaca Bambina

Un fine settimana di paura e non solo per la festività di Halloween, ma per le notizie di cronaca e di presunti maltrattamenti riguardanti due strutture educative.
La prima notizia riguarda una scuola d’infanzia privata, dove la maestra, per tenere buona una bambina, l’ha legata alla sedia con una sciarpa. La bambina non ha riportato lesioni e il fatto è stato prontamente comunicato dal personale presente alla madre. La maestra è stata segnalata alle autorità e licenziata seduta stante.
La seconda notizia riguarda invece un nido privato nel Mantovano, dove sette lavoratrici sono state sospese dal lavoro e la struttura è stata chiusa. Secondo quanto ricostruito dagli investigatori, i bambini sarebbero stati oggetto di spintoni, tirate di capelli, calci e schiaffi. L’indagine, coordinata dalla Procura, ha richiesto settimane di lavoro e un’imponente raccolta di prove, comprese intercettazioni ambientali con telecamere e microfoni, controlli sui documenti della struttura e testimonianze dei genitori.

Due notizie di maltrattamenti con modalità opposte

Due notizie di cronaca che ci danno modo di fare un breve ragionamento. Se nel primo caso la questione si è risolta senza nemmeno arrivare alla denuncia, perché il personale presente in aula mensa ha parlato apertamente, nel secondo caso tutto il personale è stato accusato e la denuncia è arrivata da personale esterno, la Guardia di Finanza, che è entrata al nido per controllare solo i conti del servizio educativo e ha trovato ben altre irregolarità.
Da anni ormai è stato riconosciuto legalmente che chi non denuncia il collega o la collega che si macchia di maltrattamenti diventa suo complice nel reato. La legge c’è, ma se manca la volontà o la capacità di capire quando si è di fronte a un maltrattamento, la realtà non cambia.
Chi si occupa del settore da anni si confronta per capire quali potrebbero essere le migliori strategie per arginare l’odioso fenomeno, ma ancora non abbiamo trovato una soluzione condivisa ed estesa. Le soluzioni però sono chiare: fare accertamenti, f
are formazione continua nei servizi, effettuare controlli, avviare percorsi di salute e benessere rivolti al personale e inserire uno sportello di ascolto rispetto al disagio.

La strategia che argina con maggiore efficacia il fenomeno è senza dubbio un buon team di lavoro in continuo dialogo e confronto. Una modalità lavorativa che il nido conosce bene fin dalla sua nascita e che molte scuole d’infanzia hanno emulato nel tempo. Ma a forza di tagli e di riduzioni di budget, lo spazio per la condivisione, il confronto e il dialogo tipico dei collettivi di lavoro non esiste più o è ridotto all’osso.
Purtroppo una delle conseguenze di questi tagli è un aumento di stress che può portare più facilmente al burnout e ai maltrattamenti. Anche se volessimo affrontare la questione, molto delicata e spinosa, solo da un punto di vista economico, c’è da chiedersi quanto risparmiamo davvero continuando a sacrificare la qualità.

Laura Branca