Metodi educativi mal interpretati?














Cronaca Bambina L’avvocato della maestra di Grossetto accusata di maltrattamenti sui bambini di 4-5 anni respinge le accuse dei genitori: si tratta di metodi educativi mal interpretati. (leggi qui)


La linea di difesa
L’avvocato difensore è Carlo Blengino e dichiara sulle pagine del quotidiano Il Tirreno 
I genitori degli altri bambini, quelli che sono rimasti nello stesso istituto anche per frequentare le elementari hanno già espresso solidarietà alla sorella. Ho la certezza che si tratti di fatti minimali”.
L’ipotesi che l’avvocato di suor Sophiamma sta portando avanti è che si tratti di metodi educativi mal interpretati da bambini e genitori. “Allo stato attuale non ho ancora potuto vedere il fascicolo. Nessuno fino a lunedì sera quando ci è stato notificato l’avviso di conclusione delle indagini ci aveva avvertito”. E infatti l’avviso di garanzia per sorella Sophiamma è stato notificato lunedì insieme a quello di conclusione delle indagini: maltrattamenti, il reato contestato dal pm.

Da quel che ci risulta ad oggi- continua l’avvocato- prima di aver letto il fascicolo, tutta questa vicenda è nata per la denuncia presentata da una sola coppia di genitori. Quasi tutti i bambini di quella classe sono rimasti nella stessa scuola e ora frequentano le elementari. Ho il sospetto che si sia alzato un polverone su fatti che devono essere ancora appurati”.
Insomma secondo il difensore potrebbe trattarsi di metodi educativi molto severi ma lontani dall’essere dei maltrattamenti.
Le testimonianze dei bambini e le immagini delle videocamere.
L’indagine coordinata dall’ispettore Stefano Niccoli si è svolta come al solito. Dopo aver raccolto la denuncia dei genitori sono state installate, nella sezione della scuola, delle telecamere e delle microspie che avrebbero ripreso diversi episodi in cui la maestra dava schiaffetti sulla fronte, nocchini sulla testa, strattoni, minacce...
I bambini hanno raccontato come la maestra cambiasse: davanti agli adulti era “felice e gentile” ma quando non c’erano gli adulti non c’erano non lo era più, felice e gentile.
Metodi educativi e botte
L’indagine procede e sarà il giudice a decidere se la linea difensiva possa o meno essere credibile, se le testimonianze dei bambini possa essere più o meno accettabili e se effettivamente di maltrattamenti si tratti. Certo è da notare che sarà pur vero che i bambini sono stati riscritti alla stessa scuola, ma la Suora a scuola non c’è più. E’ tornata a Torino, presso l’istituto religioso a cui appartiene, già dalla fine dell’anno scolastico. Infine al di là di come questa particolare vicenda evolverà c’è da chiedersi: quale metodo educativo anche severo, comprende schiaffetti, strattoni e minacce?