BolognaNidi |
Intervista
a… Marco
Esposito è
un
giornalista
e
scrive a Il
Mattino. Segue
con grande attenzione
e competenza
i
servizi
educativi ZeroTre, l'abbiamo
incontrato per farci raccontare cosa succede al
sud,
dove
i nidi, lo
sappiamo bene,
sono pochi e sono spesso mal gestiti. Tra
le tante cose che ci spiega Esposito,
con estrema chiarezza, spunta una novità
all’orizzonte.
Nuovi
tagli
al
sistema educativo.
Ed
ecco che dopo aver annunciato "più nidi per tutti" il
Governo giallo-verde
taglia. E se proprio ieri abbiamo annunciato 20 MLN solo per la regione ER (leggi qui) saranno solo per il 2018, perché dal 2019 si ridurranno.
Partiamo
dal generale:
come stanno i nidi al sud?
Sono
pochi e mal distribuiti. I motivi per questa sofferenza sono di
diversa natura. Sono problemi di origine culturale ed anche
economica.
Quali?
Da
un lato i nidi sono ancora percepiti come servizi assistenziali e le
donne, che spesso non lavorano, preferiscono tenerli con sé
non cogliendo la capacità
educativa che un buon nido può
restituire sia alla famiglia che ai bambini.
E
dall’altro?
Dall’altro
i finanziamenti sono sempre stati scarsi. Molti assessori, almeno
quelli dei centri
più
grandi, hanno accolto con entusiasmo il mutamento portato dalla buona
scuola che ha collegato i nidi alle scuole d’infanzia e anche le
economie ad esso collegate.
Quante
economie sono
state destinate al
sud?
E’
stata una grande delusione, inizialmente sono state destinati
209 mln nel 2017, per il 2018 si è corretto
un po’ il tiro e se ne sono aggiunti altri
15 mln per un totale di
224 Mln. L'assessore alla regione Toscana, Cristina Grieco, ha commentato sui social “Abbiamo
valorizzato le esperienze migliori”
Al
sud sarebbero
dovute
arrivare
più
risorse?
Se
si vuole far crescere il sud si dovrebbe investire. Il
fatto
è
che
le economie sono state distribuite conteggiando
i servizi già
presenti
e non i
bambini. Come
se quello che non c’è
non fosse necessario. La logica è
se non hai è
perché
non hai
bisogno. Così
chi
ha meno oggi continuerà
ad avere meno anche domani. Ma c’è
di più
Cosa?
Il
4 ottobre scorso si sono modificati i parametri dei fabbisogni
standard
per gli asili nido.
E
quindi cosa
significa?
Significa
che le
regioni dove i servizi
superano
la copertura
del 33 % (fissata
dalla UE)
non riceverà
risorse aggiuntive da parte dello Stato.
In
altre parole
se un comune ha una copertura di
asili nido pari
al 40% (più tipicamente in ER, Toscana, Umbria..) riceverà
dallo stato finanziamenti per il 33%, oltre questa
soglia sarà
il
comune, se lo
riterrà,
a
pagare con risorse proprie.
Queste
risorse sottratte
a chi eccede il 33%
andranno poi
al
sud?
No,
non si toglie
ha chi ha di più
per dare a chi ha di meno. Non
c’è
ridistribuzione.
E
dove andranno a finire queste risorse?
Non
ai nidi. Non
al sud. Quando
Graziano Delrio era sottosegretario in
un’intervista
al Mattino in cui si chiedeva come mai una città
come Napoli ricevesse un terzo di quello che veniva stanziato a
Torino, rispondeva che era un grave errore tecnico che sarebbe stato
corretto. Era
previsto
un criterio minimo pari al 12% ma non ha mai trovato attuazione. Ed
ora anche ciò
che
si taglia dove c’è
di più
non si restituisce dove c’è
di meno.
Nel
tempo il sud ha ricevuto risorse dai fondi PAC, però
ha saputo realizzare molto poco (leggi qui il nostro report)
Sì,
i problemi sono tanti, un’amministrazione e una classe dirigente
scadente. C’è
poca capacità
progettuale, ci sono difficoltà
a rispettare le
tempistiche
… i problemi sono tanti è
certo. Ma non si può
non investire perché
le cose funzionano male
E
come si dovrebbe fare?
Credo
che si dovrebbero
dare
finanziamenti
limitati con scopi precisi. Le economie poi andrebbero verificate
anche dopo. Hanno realizzato quello che avrebbero dovuto? Oltre a
questo si
dovrebbero definire regole nazionali per omogenizzare il
servizio.
Nazionali?
Sì,
oggi
mancano gli standard
dei fabbisogni, che dovrebbero essere definiti per tanti servizi,
anche quelli scolastici come mense, bus ecc. Oggi lo Stato riconosce
al comune di Bologna finanziamenti per permettere ai bambini delle
famiglie meno abbienti
di pagasi
le
vacanze
e non riconosce al bambino del sud la mancanza del nido, o della
mensa. Si dovrebbe trovare una giustizia
omogenea.