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Intervista
a… Oggi incontro Agostino Anselmi responsabile Fp
Csil per approfondire la complessa situazione degli asili nido e
delle scuole d’infanzia a Napoli. Ne abbiamo parlato qualche giorno
fa in un breve post (leggi qui) Oggi riprendiamo e approfondiamo. Le
tematiche, che andiamo ad affrontare con Anselmi sono davvero tante e
la situazione è molto complessa. Il quadro che emerge è a tratti
buio ma presenta anche luci, perché nonostante tutto le iscrizioni
sono aumentate e questo lo si devo all’impegno e alla competenza
dei lavoratori.
Manca il personale
nei nidi: perché?
Per una volontà
politica.
Che è?
Quella di non assumere.
Per tre anni conseguitivi il comune ha assunto 55 educatori per
incarichi annuali.
E quindi?
A ottobre si assume e a
giugno si licenzia gli educatori. I lavoratori, com’è nei loro
diritti, a giugno chiederanno la disoccupazione, ma certo la norma
concepita dal legislatore non aveva questo scopo.
Mancano 55 educatori
ma non si assumono a tempo indeterminato?
Esatto. Da tre anni il
comune assume gli educatori che mancano strutturalmente. A nostro
parere si dovrebbero assumere di 55 educatori a tempo indeterminato e
invece si preventiva di assumere maestre all’infanzia.
Perché succede?
Il comune in questo
momento ha un blocco e dei limiti precisi. Si ritiene però che entro
brevissimo, forse già a giorni, la situazione si bloccherà. E così
si presenterà l’occasione di assumere le educatrici, se si
volesse.
Oggi se entro in un
servizio educativo napoletano cosa trovo?
Dipende molto da che
nido, o da che scuola d’infanzia, abbiamo ancora delle vere
eccellenze.
E in generale?
Siamo allo sfascio.
Potremmo trovare nidi con orario ridotti, quindi bambini che escono
alle due del pomeriggio, potremmo vedere delle mamme con lo zaino in
una mano e nell’altra la busta della spesa, perché i nidi hanno
bisogno di giochi, libri, detersivi, pannolini, salviette…
I bimbi escono alle
due anche se il servizio era previsto per tutta la giornata?
Esatto.
Perché?
Perché manca il
personale. Mancando il personale c’è poca compresenza e così si
chiude, poi si rimedia con uno sconto sulla retta… A Napoli succede
anche questo... Ciò significa, tra l’altro, interrompere il sonno
ai bambini che dormono sui passeggini, perché mancano anche i letti.
Perché c’è poca
compresenza? E cosa vuol dire?
Le nuove assunzioni
sono state fatte, si, ma con contratti part-time (4 ore al giorno).
Quindi in sezione ho venti bambini con due educatori, come è
corretto che sia, ma uno dei educatore fa un part time e l’orario
non può essere completo e la compresenza è limitata. Quel che è
peggio è che capita anche per i bambini che necessitano di sostegno.
Si taglia anche sul
sostegno?
Poniamo che un bambino
sia certificato per avere un insegnante di sostengo per trenta ore
settimanali, l’insegnante c’è, ma lavora per sole venti ore. I
danni che si avranno saranno importanti e difficilmente recuperabili.
Ci sono molti
iscritti ai nidi?
Si, sono anche
aumentati. Questo grazie alle energie di educatori capaci e
qualificati. Con l’ultimo concorso, circa tre anni fa, si sono
stati “arruolati” tanti giovani che hanno anche incrementato le
iscrizioni grazie al loro entusiasmo contagioso. Purtroppo nei
servizi si sta investendo poco e la tendenza pare essere
l’esternalizzazione.
Esternalizzare?
L’assessore Palmieri quando venne a Bologna a parlare di sistema
educativo insistette molto sulla salvaguardia del pubblico (leggi
qui)?
Di recente Palmieri ha
dichiarato “La mia idea è quella di creare il meccanismo delle
convenzioni con il privato sociale, realizzando un albo e poi
affidando con evidenza pubblica la gestione degli asili”. (leggi
qui)
I nidi dei fondi Pac
come sono?
Bellissimi, delle
strutture incredibili, sembra di entrare in Svizzera. Uscendo da lì
però ci troviamo nel terzo mondo.
Nidi aperti con i
pac sono ancor più inaffidabili (leggi qui)?
Esatto questi servizi
sono poco affidabili aprono e poi chiudono anche durante l'anno in corso.
Le strutture dei
nidi e le scuole d’infanzia godono di buona salute?
Affatto! Ci sono
infiltrazioni d’acqua, pavimenti divelti, gli impianti sono
immancabilmente fuori norma. Tra orari ridotti all’improvviso, tra
strutture fatiscenti, tra continue richieste di materiale di tutti i
tipi stiamo costringendo le mamme a rivolgersi al privato. I genitori
a Napoli per tradizione si fidano di più del pubblico… Ma per quanto
ancora? In sette anni di assessorato Palmieri la
qualità dei servizi educativi si è abbassata e questo per responsabilità
politiche precise.