Cronaca Bambina Di fronte ai maltrattamenti c’è una soluzione che ritorna con insistenza: l’installazione di telecamere nei servizi educativi. Di fronte a questa prospettiva molti esperti protestano e mettono in evidenza come le telecamere in realtà non siano utili . Alle tante contestazioni si aggiunge anche quella di Cittadinanzattiva. Riportiamo il comunicato.
La prima reazione "A distanza di qualche mese dai fatti sconvolgenti avvenuti all’interno dell’asilo di Venafro (leggi qui) che tanto hanno scosso la comunità molisana, sembra che sia calato il silenzio. Come spesso accade, dopo la prima reazione di sgomento e di riprovazione, l’attenzione si sposta verso altri episodi di cronaca. Terminata l’attenzione mediatica, si torna alla normale quotidianità dimenticando che è proprio nei mesi successivi che dovrebbero intensificarsi l’attenzione e i controlli volti a reprimere o meglio a prevenire tali comportamenti e azioni, attraverso un sistema articolato di provvedimenti anche di tipo normativo.
Osservazione Cittadinanzattiva da qualche anno osserva i comportamenti e i maltrattamenti che si verificano negli asili nido e nelle scuole dell’infanzia. Mentre da più parti si chiede l’installazione di telecamere, per Cittadinanzattiva, la videosorveglianza non è la soluzione. Potrebbe rappresentare uno strumento di controllo, in casi davvero singolari e specifici, adottato non per agire sull’origine delle cause di tali episodi.
Prevenire E’ necessario puntare sulla prevenzione anche attraverso il coinvolgimento delle famiglie e delle Associazioni dei genitori, tenendo fede al patto di corresponsabilità scuola – famiglia che dovrebbe vederli sempre più sensibili, formati e partecipi alla vita scolastica dei propri figli anche al fine di misurare periodicamente il livello di soddisfazione del servizio e raccogliere le criticità riscontrate.
Standar di qualità E così oltre ad aspetti importanti quali la sicurezza degli edifici scolastici, la dispersione scolastica, l’inclusione e la lotta a ogni tipo di discriminazione, altrettanto importanti risultano la verifica degli standards di qualità per le strutture pubbliche e private convenzionate, la formazione continua, la vigilanza e il controllo, l’istituzione di un coordinamento psico-pedagogico che supporti il personale, monitorando costantemente il mantenimento degli standards richiesti dal ruolo, che potrebbe anche risultare usurante emotivamente con il tempo. Il caso dell’asilo di Venafro è l’ultimo di una lunga serie di episodi simili accaduti negli ultimi anni sui quali si è concentrata l’attenzione di Cittadinanzattiva. Nel 2016, ad esempio, è stata seguita minuziosamente tutta la vicenda dell’asilo Bicocca di Milano.
Task Force Cittadinanzattiva ha preso atto del tavolo tecnico, promosso dalla regione Molise lo scorso 14 febbraio, che ha visto coinvolte tutte le figure istituzionali necessarie per la creazione di una “Task Force” sul tema della tutela dell’infanzia e ha chiesto di volerne far parte per offrire il proprio contributo di esperienza da quella parte di attivisti dell’Associazione che ha le competenze adeguate. Queste le priorità da affrontare secondo Cittadinanzattiva, nell’ottica di una revisione complessiva del sistema educativo rivolto ai più piccoli, a tutela prima di tutto dei bambini e delle loro famiglie, ma anche degli stessi educatori ed operatori ad altissimo rischio di stress e “burn out”.