ZeroSei: Nuovi dati Istat. I nidi costano (ancora) troppo!


Cronaca Bambina 
I nidi in Italia aumentano ma non troppo. I nidi in Italia costano ancora troppo. I dati sono stati pubblicati il 27 ottobre dall'Istat e ci restituiscono il quadro dell'anno educativo 2018-19. Vediamo insieme le percentuali e apriamo l'orizzonte ad alcuni ragionamenti.


Nidi in numeri: lontani dalla diffusione minima

La percentuale dei nidi è cresciuta. Siamo passati, in un anno, da una copertura del 24,7% ad una copertura del 25,5% (i dati fanno riferimento al 2017/18 al 2018/19). L'aumento è dovuto anche ad un incremento delle risorse dettato della legge 65/17, che ha attribuito allo Stato la responsabilità di elargire economie alle regione che a loro volta le distribuiscono ai comuni. 
A parte questo scatto di un punto percentuale tutto il resto rimane come al solito: al sud e in periferia i nidi rimangono pochi se non pochissimi
A livello nazionale la percentuale di copertura rimane sotto il traguardo che ci aveva fissato l'Europa che prevedeva almeno il 33% delle diffusione dei servizi. 
Il 33% 'è raggiunto e superato da poche regioni. Due a statuto speciale: Val D'Aosta e Trentino Alto Adige e altre regioni  in centro: Umbria, Emilia-Romagna e Toscana. 
 
Al sud i nidi aumentano di più
Al sud i nidi sono pochi è vero ma aumentano molto di più rispetto all'Italia.  In generale aumentano + 0,3%, al sud il + va davanti ad un consistente 5,6%.  
Una crescita questa dovuta anche ai fondi Pac (fondi stanziati dall'Europa e destinati al sud) che nonostante abbiano realizzato poco, rispetto a quello che si stimava in partenza, hanno comunque aperto più strutture. (leggi il nostro report Nidi al Sud
C'è stato un aumento delle strutture e dei posti offerti ma sono calati anche gli iscritti. Nel 2012 registriamo per la prima volta da quando sono stati aperti i nidi  un calo del -4,2%.  (dati Istat)
 
Iscrivere al nido è difficile
 
Il nuovo report Istat affronta un tema particolarmente interessante. Ci sono ancora tante famiglie che non riescono ad accedere al nido. Perché?  
La prima e più importante difficoltà sono i costi. Negli ultimi anni i servizi già costosi in partenza, hanno avuto un incremento della retta esponenziale.  
Tra il 2004 e il 2014 i costi per le famiglie sono cresciuti tantissimo passando da una compartecipazione delle spesa del servizio dal 17% al 20%. (archivi Istat) E ci sono nidi pubblici che hanno rette che superano le 500 euro mensili. (dati CittadinanzAttiva)  
Sempre negli ultimi anni abbiamo assistito ad un tentativo di abbassamento dei costi e ad un avvio di Bonus, ma nonostante gli sforzi, i nidi continuano ad essere considerati troppo costosi. 
Tra le altre difficoltà di accesso si registra la distanza del servizio, sopratutto nelle periferie delle  grandi città. C'è poi un'incidenza culturale: più è basso il titolo di studio dei genitori maggiori sono le difficoltà ad accedere al servizio. 

Ma il Bonus ha funzionato?

Il Bonus nido introdotto nel 2016, durante il Governo Renzi, sta "prendendo piede". E' infatti sempre più richiesto dalla famiglie. Nel 2018 è stato utilizzato da meno del 9% dei bebè, l'anno successivo è stato utilizzato dal 21,5%. Il contributo è partito in sordina, con un massimo di 1000 euro l'anno, nel 2019 la quota massima di contributo è salita  a 3000 euro.  Al sud il Bonus rimane meno utilizzato.  
 
In aumento senza clamori 
Il report ci mostra come le cose siano migliorate ma poco sopratutto se si considerano gli ingenti investimenti (tra fondi Europei e investimenti nazionali) che si sono fatti in questi ultimi anni. 
Il Bonus nido ha funzionare, e bene, ma se i comuni avessero fatto politiche più "corrette" nella distribuzione dei carichi economici in base alle reali possibilità dei genitori, non ce ne sarebbe stato bisogno. Nel tempo infatti sono moltissimi i comuni che hanno cancellato la retta zero, poi ripresa negli ultimi anni dalla regione Lombardia.
Infine è interessante il dato che incrocia l'accesso al nido con il titolo di studio. Fa riflettere come meno istruzione ci sia in partenza, meno sforzo si faccia a farla acquisire ai figli. Il nido come è stato più volte dimostrato è uno dei migliori strumenti per consolidare la "carriera scolastica" ed è anche un'efficace strumento di equità sociale (come ad esempio spiega lo studio Fondazione Agnelli)  
E ancora una volta ciò dimostra che nella percezione dei cittadini, il titolo di studio, non è percepito come un valore da perseguire per conquistare un lavoro migliore e guadagnare un maggiore benessere economico e sociale. E su questo punto ci sarebbe da aprire un attento ragionamento.