La Regione Puglia, i servizi educativi e il sistema che non va. #Prima

mare asilo nido

 

 

In viaggio per Nidi e servizi educativi: Regione Puglia

Continua il tour virtuale tra nidi e servizi educativi. Dopo Venezia e Siena approdo al sud, nella bella Puglia, qui trovo una situazione di grave crisi. Una crisi parzialmente rientrata, secondo le ultime dichiarazioni dell'assessora regionale al Welfare Rosa Barone, ma una crisi ancora in essere e molto complessa da gestire che riguarda i servizi pubblici gestiti da soggetti privati. 

La notizia, come spesso accade in questi casi, è confinata ai quotidiani locali e non emerge a livello nazionale, almeno non come dovrebbe.

Mi prefiggo il complesso compito di ricostruire tante notizie frastagliate e divise in tanti territori per restituire una lettura complessiva e diffonderla a livello Nazionale.

Perché questa situazione, sia chiaro fin da subito, non riguarda solo la Puglia, non riguarda solo il sud ma riguarda l'Italia e L'Europa. Di più, questa vicenda riguarda  il presente e il futuro e in particolare il Piano Nazionale Ripresa e Resilienza (PNRR). Un piano che potrebbe dare nuovo slancio al settore ma che è anche un debito che lasceremo alle generazioni future e se sbagliamo l'impostazione sarà davvero difficile recuperare poi.

Parte Prima: La Puglia e i servizi educativi per i minori

Il sistema dei servizi educativi destinati ai minori è così composto: circa il 60% è gestito dai privati, per lo più cooperative, ma non solo, mentre il restante 40% è pubblico a gestione diretta.

Per ampliare l'offerta, qui come altrove, dal 2007 si è aperto il sistema anche alla gestione dei privati. Qui come altrove le rette e le iscrizioni sono pubbliche. per cui l'utente paga la retta secondo ISEE e l'ente pubblico, la regione, rimborsa al privato la restante spesa per offrire il servizio. 

L'impegno politico e i problemi della Puglia

C'è un bellissimo documento "Una strategia regionale per il contrasto alla povertà educativa" che è stato pubblicato il marzo 2020. 

Nel documento si scrive che tra finanziamenti ordinari (economie destinate ad esempio allo 06 dalla legge 65/16) ed economie straordinarie (PNRR) la cifra ipotizzata per migliorare il sistema educativo, da qui al 2026, è pari e 40 Milioni. 

Una cifra di tutto rispetto che servirà, sempre secondo il documento, ad ampliare "ancor di più" i servizi educativi 0-6, ma anche per offrire più tempo pieno, diffondere le mese scolastiche, i centri ludici e i centri di aggregazione, e i servizi di sostegno.

Insomma i 40 Mln dovranno dare tutto ciò che occorre per comprimere l'abbandono scolastico più alto in punti percentuali delle media nazionale, già importante nel panorama EU). 

I 40 Mln dovrebbe anche a migliorare i discutibili risultati formativi raggiunti dopo il percorso scolastico che attestano performance sempre inferiore rispetto agli standar nazionali.

La Puglia e il sud

Se la Puglia è la "perla del sud" la regione del mezzogiorno con più servizi e la migliore qualità offerta rimane comunque molto indietro rispetto al contesto Nazionale. 

A questi soliti e purtroppo consolidati problemi se ne aggiungono però due di non poco conto.  

Primo problema: il fermo creato dal loockdown è ricaduto sulle spalle degli utenti. (link qualche articolo)

Secondo problema: i ritardi di pagamento da parte dell'ente pubblico sono stati tanto lunghi da prefigurare uno scenario futuro disastroso. 

Proteste e di nuovo proteste

E' da circa un anno che in varie provincie emergono proteste da parte dei gestori privati che non vedono i pagamenti da quasi un anno. I privati arrancano non riescono a pagare i lavoratori: educatori e assistenti, che sono quasi sempre donne e chiudono togliendo un servizio importantissimo ai cittadini.

Laura Branca 

 

 

La seconda parte sarà resa pubblica venerdì 11 giugno e comprenderà le  testimonianze dirette, interventi politici, dei sindacati e le provvisorie conclusioni.