Sopravvivere alla chat di classe: si può!

 



Crescere in città 

Conosco alcuni coraggiosi che per scelta non entrano nei gruppi WhatsApp di classe: personalmente, per timore di restare esclusa dalle informazioni importanti, ho sempre fatto parte delle chat di classe. In tempo di covid poi mi è sembrata una necessità assoluta quella di poter comunicare con genitori che, se va bene,  incrocio dietro la mascherina nell'orario assegnato per l'uscita distanziata.

Ma stare dietro al gruppo può diventare un lavoro e diventa spesso anche luogo di conflitto. Ed ecco l'idea! Insieme all'amica Betta, neo redattrice di Bolognanidi, con anni di esperienza da rappresentante dal nido alle superiori, abbiamo ipotizzato di scrivere le Dieci regole per sopravvivere alla chat di classe.

1 L’obiettivo.

L'oggetto del gruppo è la classe, le comunicazioni da condividere devono essere tassativamente aderenti  all’oggetto: vietate catene, gif divertenti, pubblicità più o meno occulte, ecc., anche premettendo la classica frasetta "Scusate se utilizzo  questo gruppo:...”. 

Non c’entra con la classe. Punto.

2. Siamo tutti nella chat?

Sembra scontato ma a volte non tutti i bambini/ragazzi hanno almeno un genitore in chat. In questo caso, le comunicazioni importanti devono girare in altro modo, per esempio per e-mail.

3.  Chiari e semplici.

Le comunicazioni devono essere chiare e concise. Devono tenere conto che non tutti i genitori sono di madrelingua italiana. Anche le battute o i giochi di parole che presuppongono una conoscenza approfondita della lingua italiana vanno evitati.  Mi è capitato più volte di spiegare a voce a genitori stranieri contenuti di messaggi magari divertenti, ma non chiari.

4 Il moderatore.

Il rappresentante deve filtrare e richiamare all'ordine, anche a costo di risultare all'inizio un po' antipatico. Nel lungo periodo il suo intervento sarà apprezzato, considerando che la chat deve durare da 3 a 5 anni. Filtrare non significa dar spazio solo alle idee di alcuni, perché tutti hanno pari diritto di  esprimersi, ma vigilare sul rispetto delle regole. 

5 Prima di scrivere facciamoci delle domande …

Quello che sto per scrivere è importante?

Interessa la classe?

È già stato detto?

Poi contiamo fino a 10 e decidiamo se (e come) scrivere.

6 Polemiche no grazie.

Le critiche sono sempre ben accette, purché siano costruttive. Anche qui contare fino a 10 prima di scrivere aiuta, e occorre sempre rileggere con attenzione quello che si scrive; vietato rispondere d'impulso, vietato iniziare discussioni personali: se volete litigare, scrivetevi in privato. 

7 Non siamo un gruppo di amici.

Questo non significa che non possono nascere belle amicizie anche tra adulti a scuola, ma nel gruppo WhatsApp di classe vanno evitate faccine, grazie, prego, ecc. 25 faccine sono 25 messaggi da smistare e se sono al lavoro e vedo 25 messaggi non letti mi viene un colpo, interrompo la mia attività in fretta pensando che la scuola stia andando a fuoco…per poi scoprire che sono solo 25 faccine…

8 Porre le domande nel modo giusto.

Se è necessario scrivere in chat una domanda che presuppone una risposta secca da parte  dei genitori (ad esempio adesione ad attività,  modalità di pagamenti ecc.) è opportuno formalizzare anche la modalità di risposta. Es.: "Per favore rispondetemi entro lunedì in privato", oppure "Se non ricevo pareri contrari entro lunedì vale il silenzio assenso", ecc. 25 "per me va bene" hanno la stessa utilità delle 25 faccine del punto 7.

Se dobbiamo organizzare un appuntamento, proponiamo anche un luogo e un paio di giorni e orari possibili; vietato scrivere: "Dai, vediamoci, chi propone un luogo e un giorno?" Si scatenerà l'inferno.

9 Le discussioni hanno un inizio e una fine

Mi capita tante volte che le chat si infiammano su un determinato argomento che evidentemente sta a cuore a molte famiglie. Tanti interventi, tante idee, tanti pareri, ma alla fine non succede niente. Manca una conclusione, nessuno tira le fila e propone un'azione concreta che dia seguito alla discussione. La chat si spegne e tutti abbiamo l'idea di aver perso tempo. Oppure, ancora peggio, l'ultima parola è quella che vale: forse per stanchezza, "vince" chi è intervenuto per ultimo.

10 Confrontarsi di persona è meglio

Il gruppo WhatsApp non è un'assemblea permanente della classe. È molto utile per le comunicazioni di servizio e le informazioni urgenti, ma gli argomenti più delicati o più complessi vanno affrontati di persona, con una discussione franca e aperta, non mediata da una tastiera.

Non ci resta che augurarvi…BUONA CHAT!

 

Costanza Marri, Elisabetta Gozzi