Parola a...
"La scuola è sfinita" è l'eloquente titolo dell'ultimo libro di Maurizio Parodi che continua con questo scritto a denunciare le tante e profonde criticità della scuola. Oggi incontriamo di nuovo l'ex preside, l'avevamo incontrato tempo fa per farci raccontare la sua petizione Basta Compiti!, e ci addentriamo in questo testo che è edito dalla casa editrice La Meridiana. Prima di iniziare la nostra conversazione avviso: questo libro che descrive la scuola in generale e di ogni ordine e grado è assolutamente utile anche a tutti i professionisti dello ZeroSei.
Parodi la scuola è sfinita da quanto tempo?
Purtroppo da tanto tempo la scuola è profondamente "malata". Con l'emergenza Covid si è dato parecchio risalto alla didattica a distanza, come se fosse un male dettato dal mezzo, ma si può essere distanti e lontani anche in presenza.
In presenza la scuola è distante da chi?
Dagli studenti e non solo. Spesso c'è molta più attenzione alla burocrazia, che aumenta sempre più, e poca attenzione rispetto a chi vive la scuola: insegnanti, studenti, famiglie... Siamo di fronte ad un gravissimo disagio, continuiamo a parlare e a discutere di come sarebbe meglio organizzare l'istituzione, eppure a livello teorico abbiamo capito come fare. Le linee guida sono attente e accurate.
E quindi che fare?
Quindi dovremmo rimettere al centro lo studente, questo passaggio che potrebbe sembrare scontato, significa invece fare un radicale cambiamento. Significa liberare i bambini e i ragazzi dalle
paure motivandoli con attività significative.
Il libro non propone un nuovo metodo educativo ma ricostituenti pedagogici.
Di metodi educativi e didattici ne abbiamo già molti, alcuni dei quali sono molto validi. Ancora una volta ribadisco: in teoria abbiamo capito tutto quello che c'era da capire. E' nella pratica che qualcosa "salta". I ricostituenti pedagogici tentano soluzioni pratiche a problemi pratici.
Se dovessimo trovare una grande sintesi rispetto al problema scuola cosa diremmo?
Oggi si crede che la scuola sia l'unico luogo dove si apprende una "cultura alta" da dispensatori di cultura, gli insegnati. La scuola esclude qualsiasi altro sapere, pone lo studente che è sempre uguale nella sua ignoranza, in un contesto asettico e spesso brutto (trascurato a volte sporco) dove passare tempo ad ascoltare. In questa scuola si ritiene che più gli studenti ascoltano, più memorizzano e ripetono e più hanno imparato. Questo paradigma largamente condiviso, spesso anche dai genitori, sarebbe da ribaltare completamente.
Come?
La prima cosa che ci sarebbe da fare è una seria e profonda autoanalisi, senza pregiudizi. Indagando alcune aree specifiche quali: l'area epistemologica_scientifica, l'area pedagogico-didattica, l'area etico-sociale.
Per...?