Servizi educativi e famiglie in ascolto. I primi passi

 



Anche gli uomini… educano

Accogliere e ascoltare bambine e bambini significa tra l’altro costruire relazioni di scambio e di confronto costante con le loro famiglie, in una parola ascoltarsi tra adulti che si occupano della crescita dell’infanzia.

Nel primo colloquio siamo attenti anzitutto alla rappresentazione del figlio da parte dei genitori attraverso il racconto della sua vita quotidiana.

C’è per questo bisogno di un tempo disteso perché mamma e papà abbiano modo di esprimersi senza dover rispondere a una domanda dietro l’altra e senza essere interrotti.

Avremo così modo sia di avere una prima conoscenza del bambino, sia di avviare la costruzione di un legame tra educatori e famiglie.

Potremo venire a conoscenza di alcune loro aspettative che ci aiuteranno a trovare le parole più appropriate per cominciare a farci conoscere come servizio e come persone.

L’alternanza negli scambi verbali permette alla famiglia di sentirsi considerata un soggetto attivo grazie alla capacità del personale educativo di ascoltare e farsi capire, attraverso una comunicazione chiara e legata alla fase di passaggio della vita dei bambini.

Per presentare il servizio dovremo allora trovare “parole comprensibili ai più” e in questo ci possono aiutare gli esempi che portiamo, la documentazione che mostriamo, l’organizzazione dell’ambiente, che parla del progetto educativo in assenza di parole.

Ascoltare significa cogliere le diverse aspettative, non sempre in linea con i nostri complessi e ricchi progetti pedagogici.

Per questo le domande dei genitori necessitano di risposte che non siano banali o generiche.

Questo lavoro fatto di sfumature, di attenzione alla comunicazione non verbale necessita di tempo che, in quanto non infinito, va utilizzato con cura; è un lavoro impegnativo, qualche volta faticoso, sempre utile ed arricchente, anche quando i risultati deludono le nostre attese.

Quando conduco percorsi formativi nei nidi e nelle scuole dell’infanzia educatrici ed insegnanti esprimono spesso la propria difficoltà nella relazione con “le famiglie di oggi”.

È una fatica che va ascoltata e accolta da parte di tutti coloro che affiancano a diverso titolo gli educatori e le coordinatrici in questo delicato lavoro.

Come? Potremmo riparlarne…

Giulio Reggio

Consulente pedagogico, formatore, psicomotricista e responsabile editoriale del Blog Lo specchio di Alice

 

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