Partecipare per crescere Per me la pace ha un odore, un colore, un gusto, un suono, quando ci sentiamo in pace anche i nostri sensi si attivano, diventano più sensibili e ricettivi. Tutti desideriamo un mondo di Pace eppure spesso non contribuiamo a costruirla adeguatamente.
Praticare la pace dovrebbe essere come un mantra per chi si occupa di educazione, fin dal nido dovremmo individuare strategie mirate per promuoverla e costruirla attraverso pensieri ed azioni coerenti.
Ogni giorno abbiamo mille opportunità per decidere di stare nella pace o nel conflitto.
In ogni ambito relazionale sono inevitabili momenti di criticità, praticare la Pace non significa disconoscere o ignorare queste disarmonie, anzi bisogna attraversarle, mettendo in luce ciò che disturba o addirittura annichilisce, ma poi è necessario elaborare e individuare alternative valide ed efficaci che vadano nella direzione della collaborazione, solidarietà, ascolto, attenzione e soprattutto assunzione di responsabilità.
Vogliamo la pace ma coltiviamo guerra e acredine dentro di noi, sempre pronti ad attaccare, inveire, giudicare.
Mangiamo dosi massicce di diffidenza, il nemico è sempre l'altro, il problema è sempre fuori di noi.
L'incapacità di evolverci
Ci assolviamo facilmente, incapaci di riconoscere i nostri limiti e le possibilità di superamento. Non c'è Pace nelle nostre relazioni, la guerra non è solo fatta di armi, indossiamo con velocità sorprendente l'abito della vittima e contemporaneamente imbracciamo fucili e coltelli tra i denti come se stessimo nella giungla piu estrema a doverci difendere da ogni tipo di animale predatore.
Non c'è Pace!
Siamo in continua fibrillazione, in una sorta di alert continuo, come se dovesse caderci addosso un meteorite.
Tanti adolescenti hanno interiorizzato la "paura di vivere" rinchiudendosi in casa, "protetti" dalle quattro mura, in compagnia esclusiva di cellulari o PC, hanno abolito il contatto umano fatto di pelle e sguardo.
Non ce la fanno a sostenere il peso delle aspettative sociali e familiari così dichiarano guerra a loro stessi, anestetizzando sentimenti ed emozioni inoltrandosi nella terra di nessuno del mondo virtuale .
Li vogliamo performanti, multitasking, capaci, svelti e competitivi.
Piccoli "super eroi" con una corazza che riveste uno scheletro molle, fragile, terrorizzato, pronto a frantumarsi in mille pezzi di solitudine e sofferenza.
Non c'è Pace! E' tutto un correre, un fai presto, arriva, non fermarti, non guardare, siamo in continua apnea! Non respiriamo più.
Un corto circuito disumano.
Pacificarsi nella bellezza dell'arte
Dentro questo rumore continuo di sottofondo è sempre più difficile pacificarsi.
Non godiamo della Pace del silenzio, riempiamo gli spazi vuoti con centinaia di parole inutili, un brusio invadente nel quale si fa fatica a stare e sostare. Eppure c'è tanta bellezza da scoprire e agire, quella che fa parte dell' indicibile, del rito, della condivisione e della improvvisazione. La bellezza che accade, che fa parte della vita che è in noi.
La bellezza che non compete, che viaggia in un suono, in un canto, in una pennellata di colore, nell' archetto di un violino… in una camminata in mezzo alla natura!
Qui c'è Pace!
Nel fluire naturale, benefico, nutriente.
Non è un buon momento sociale e storico, siamo immersi nella precarietà e confusione con mille insidie pronte a detonare, mai come ora siamo chiamati al " risveglio", alla consapevolezza, al cambiamento.
Noi esseri umani dobbiamo decidere se "essere e praticare la Pace" o continuare a guardare e cercare fuori da noi stessi le soluzioni.
Parlare di Pace o vivere la Pace?
In tante parti del mondo c'è la guerra, con tutto quello che comporta: fame, distruzione, morte, sofferenza. Sono cinquantanove i conflitti in corso, dalla Palestina all'Afghanistan, di cui nessuno parla. Le vittime sono prima di tutto i bambini come denuncia Save the Children. La guerra in Ucraina è solo l'ultima in ordine di tempo e probabilmente ci tocca di più perché coinvolge profondamente l'Occidente. Ma il nostro pianeta è ancora " infettato" da decine di guerre mai concluse che continuano a uccidere e affamare milioni di persone, diventate invisibili, irraggiungibili.
Si parla tanto di Pace, ogni governo ne parla, ma poi nei fatti gli interessi economici e politici hanno il sopravvento e i "tavoli di Pace" falliscono miseramente. Siamo continuamente distratti dalle guerre in casa altrui, pensiamo erroneamente che non ci riguardino fino in fondo e non prestiamo attenzione alle " nostre guerre quotidiane" fatte di relazioni prepotenti, competitive, tossiche.
Siamo educati fin da piccoli a non gestire in autonomia i piccoli conflitti, c'è sempre un adulto pronto ad intervenire a decretare chi sia la vittima e chi il carnefice, quando al contrario se lasciassimo i bambini più liberi di esprimere i loro sentimenti ed emozioni, le querelle avrebbero una durata minima, non lascerebbero ulteriori tracce, farebbero parte di quel percorso di crescita che tiene in considerazione anche questi piccoli incidenti di percorso, senza farne un dramma greco, con il risultato di amplificare a dismisura un " contenzioso" che si risolverebbe con più tranquillità se dessimo più fiducia ai bambini, alla loro capacità naturale di superare in fretta, disarmonie temporanee.
La nostra "presenza" e spesso i nostri interventi educativi non sono "disarmati" al contrario attraverso le nostre parole reattive, non incentiviamo una comunicazione gentile, rispettosa, anzi vengono attivate atmosfere aggressive e rivendicative.
Non sto affermando che ci sia sempre una soluzione a tutto, nell'immediato, ma come adulti/educatori abbiamo la grande responsabilità di interrogarci a fondo su queste tematiche che hanno a che fare con il ben-essere psico/ fisico dei bambini/e e dell'intera comunità educante.
Per questo è necessario evolverci come persone, per acquisire un linguaggio non violento e soprattutto rendersi consapevoli degli strumenti che abbiamo a disposizione per contribuire a costruire e promuovere, percorsi di Pace, di bellezza, d'arte, la Pace va vissuta, esperita, sentita, non si può parlare di Pace senza che i nostri sensi l'abbiano conosciuta e fatta risuonare, c'è ancora tanta guerra dentro e fuori di noi.
Anna Maria Mossi Giordano, già educatrice nei nidi pubblici di Roma
Educare, emozionare, crescere attraverso la voce