Centomila posti nido in meno. Il governo taglia i fondi PNRR

 





Cronaca Bambina  A volte capita che le notizie siano molto chiare. E in questo caso la notizia è estremamente chiara: il Governo guidato dalla premier Meloni taglia oltre cento mila posti nido con la nuova revisione del Pnrr.  Quello che poi preoccupa ancor di più è che non taglia solo le risorse destinate ad aprire nuove strutture ma va anche a toccare i finanziamenti ai comuni. 

Le modifiche approvate venerdì scorso dalla Commissione Ue fanno alzare i toni alle opposizioni che in grande sintesi denunciano: "questo è un altro attacco alle donne". 

Il governo di contro cerca di rassicurare e afferma che si continuerà ad investire sugli asili con due nuovi Piani.

I tagli in numeri

La modifica approvata dalla Commissione rivede il target finale degli asili nido e delle scuole dell'infanzia: da 264.480 posti si passa a 150.480. Sono, conti alla mano, centomila posti in meno. 

Le motivazioni  del taglio

Le fonti di governo spiegano che la rimodulazione (o meglio il taglio) sia stato reso necessario. Ricordano anche che si tratta di progetti ereditati dal governo precedente. 


I motivi per chi si taglia? 

Primo: i costi delle materie prime sono cresciuti ( stando ai dati di fine giugno  di almeno il 50% rispetto alle stime del 2021) il secondo motivo è che Bruxelles non ha ritenuto ammissibili come nuovi posti gli interventi di messa in sicurezza, demolizione e ricostruzione, nonché i centri polifunzionali, già selezionati nel 2021-2022 dal precedente governo. 
La commissione inoltre non avrebbero riconosciuto ammissibili le spese per l'avvio della gestione del servizio, operando così un taglio di 900 milioni. 
Rassicurazioni ai comuni 
Il governo però assicura che: non sarà definanziato nessun intervento già aggiudicato e saranno mantenute le risorse in conto corrente già assegnate ai comuni. 
Si continuerà inoltre ad investire in asili nido per aumentare il numero dei posti, per raggiungere il 33% di copertura entro il 2026 e per garantire il target finale. 

La soglia del 33%. è bene ricordarlo avrebbe dovuto essere raggiunta già nel 2010 ed è sempre stata spostata in avanti. 

I due nuovi piani 

Verranno infine adottati due nuovi Piani per gli asili, uno da circa 530 milioni, con le risorse già finanziate nel decreto Caivano, e un secondo Piano con i 900 milioni di risorse nazionali rimodulate da altri piani di edilizia scolastica. 

L’opposizione protesta 

Il taglio allarmano in coro le opposizioni è un colpo alle donne e alle famiglie. L’associazione nazionale comuni italiani (Anci) attende di capire quale sarà la nuova forma di finanziamento dei progetti spostati e avverte: “i nostri bilanci sono a rischio”. 

E se il ministro Raffaele Fitto insiste che parlare di tagli è "fuorviante"  e che "il problema non è quale è la fonte di finanziamento…" I numeri raccontano un taglio senza se, e senza ma. Rimane certo che fin da subito i finanziamenti del PNRR per gli asili nido hanno dimostrato tantissimi problemi (PNRR e incompetenze funzionali
sopratutto sulla gestione futura e ora i nodi vengono al pettine.