Maltrattamenti e telecamere. Save the children rilancia: All’asilo si cresce sicuri!


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Cronaca Bambina L’arresto di 3 maestre e una collaboratrice, avvenuto ieri, ha scatenato fiumi d’inchiostro e diverse reazioni. Se è vero che i maltrattamenti sono inaccettabili e vanno puniti è anche vero che sul COME vadano contrastati le posizioni sono in contrasto. 


Telecamere subito

Molti gridano “telecamere subito!” Mentre altri si oppongono con altrettanta forza. Nel mentre il testo della legge nazionale, che introdurrebbe le telecamere nei servizi di cura (asili, centri anziani, casa famiglia...) è nuovamente ferma in Senato e non per la prima volta. (leggi qui) La legge è in “ostaggio” e tutto scorre come prima con continue cronache dell’orrore. Un breve ma preciso articolo a firma di Fiorenza Sarzarini, pubblicato ieri sul Corriere della Sera fa il punto della situazione e rilancia con forza un immediato intervento. (leggi qui)

No alle telecamere, Si ai pedagogisti!

L’associazione pedagogisti educatori italiani Apei ribadisce che gli arresti riguardano “maestre e non educatrici professionali” e rilancia un no secco, rispetto all’uso delle telecamere e un si deciso all’assunzione di un pedagogista in ogni scuola.

Ma la malattia professionale?

Tra i contrari spicca sia per competenza che continua comunicazione sul tema, il dottor Lodolo D’Oria, che abbiamo incontrato anche noi poco tempo fa. (Leggi qui). Il medico impugna la penna e scrive al Ministro Bussetti

Siamo all’alba del terzo millennio e ancora non sono state riconosciute ufficialmente le malattie professionali degli insegnanti. Eppure gli studi a disposizione ci dicono che le cause di inidoneità all’insegnamento presentano diagnosi psichiatriche nell’80% dei casi con un’incidenza 5 volte maggiore rispetto alle comprensibili disfonie. In Europa poi siamo gli unici a non disporre di risultati di studi su base nazionale, pur disponendo di dati presso l’Ufficio III del Ministero Economia e Finanze (MEF) che da oltre tre anni si rifiuta di fornirli persino ai sindacati di categoria con l’insulsa motivazione di non disporre di un sistema informatico atto a estrarre i dati richiesti (diagnosi, giudizio medico-legale, anzianità di servizio, professione etc)”. (Leggi qui)

Il manuale: All’asilo si cresce sicuri!

Raffaela Milano direttrice dei Programmi Italia-Europa di Save the children dichiara:

“Chiediamo alle istituzioni nazionali e locali di rendere obbligatorio, in ogni asilo, la definizione di un sistema di tutela per prevenire o quantomeno ridurre al minimo i rischi di questo tipo, un sistema che abbia al centro un ‘patto per l’educazione positiva’ che coinvolga tutti gli adulti a contatto con i minori, al fine di evitare ogni forma di comportamento degradante verso i bambini e le bambine. In Italia esistono già esempi di questo tipo, ma non possono rimanere casi isolati. E’ pertanto indispensabile che tutte le strutture, pubbliche e private, garantiscano l’attivazione di un sistema di tutela e lo rendano noto ai genitori al momento dell’iscrizione dei bambini”

Nel 2017 Save the Children ha pubblicato in collaborazione con alcuni servizi educativi di Roma e con la cooperativa EDI il Manuale All’Asilo si cresce sicuri che potete leggere da qui