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La pedagogia del lunedì Siamo giunti al nostro terzo appuntamento con la pedagogia del lunedì e siamo sempre in conversazione con il pedagogista Ermanno Tarracchini.
Oggi partiamo dal sostegno ai bambini e poi ci lasciamo andare a tanti e diversi argomenti, tutti argomenti affrontati con grande competenza pedagogica e che affrontano con decisione tante diverse problematiche dentro e fuori le scuole. Passando dai maestri Zavalloni e Milani, il bambino è e rimane sempre saldamente al centro del discorso.
Per
anni si è occupato di sostegno nelle scuole: cosa ne pensa ?
Ho insegnato per 15 anni come insegnante curricolare e poi dopo la
specializzazione per 25 anni come insegnante per il sostegno agli
alunni con bisogni e diritti educativi non riconosciuti e non
rispettati.
Cosa
sono i diritti non riconosciuti e non rispettati?
Personalmente
li amo definire io anziché ricorrere alla loro patologizzazione
attraverso la etichetta di disturbi e bisogni speciali.
Oggi
sono in aumento?
personalmente mi
chiedo come sia possibile che in una classe di 25 alunni vi siano 8
etichettati con la diagnosi di dislessia?
Come
ha lavorato con i bambini/ragazzi dai diritti non riconosciuti?
Il
mio agire pedagogico è stato sempre quello di annullare il più
possibile la mia funzione di tutor del bambino in difficoltà, per
lavorare come secondo insegnante su tutta la classe, occupandomi di
tutti gli studenti che avevano bisogno…
Nel
concreto come?
Aiutandoli
a produrre mappe mentali, percorsi visivi ipertestuali
spazio-temporali ed altri materiali con contenuti gradualizzati
equipollenti per tutti i bambini che non riuscivano a stare al passo
con i compagni.
Com'è percepito l’educatore di sostegno nelle scuole?
Purtroppo,
spesso, il sostegno e gli educatori socio-pedagogici sono utilizzati
per “liberare” la classe da questa “zavorra” che non sta al
passo con i tempi della corsa didattica della classe e che
rallenterebbe la velocità ed il ritmo di apprendimento dei “pierini”
della classe. Devo dire che mi sono sentito sempre più attratto
pedagogicamente e didatticamente dai “Gianni” della “lettera ad
una professoressa” di Don Milani senza nulla togliere ai pierini
dei quali io stesso ho fatto parte anche se non ero “figlio del
dottore” ma, venivo dalla campagna come i Gianni.
Cosa
servirebbe per far meglio?
Occorre
ribadire che “è dalla lentezza che si impara la velocità” come
ci insegna Zavalloni in Pedagogia della lumaca.
Ripartiamo
dalla lentezza?
Dovremmo
tutti imparare dalla lentezza dell’ascolto e del guardarsi negli
occhi, contro la frenesia delle tecnologie digitali che non dovremmo
introdurre negli asili, in quanto questo fa piacere solo agli adulti
ma restringono pericolosamente l’attenzione e l’intelligenza dei
più giovani, racchiudendole nello schermo digitale.
La
tecnologia nelle mani dei più piccoli può essere dannosa?
Crea
un danno alla curiosità e all’istinto di esplorazione del mondo
circostante, da parte del neonato che dovrebbe nutrire la sua mente
assorbente, soprattutto nei primi 3 anni di vita, dove le mani,
“Organo dell’intelligenza” dovrebbero essere al centro
dell’attenzione degli educatori.
Si riscontrano già danni?
Purtroppo
vedendo come le nuove generazioni di giovani impugnano la matita, si
evince che la mano non è proprio al centro. Sono rari gli educatori
e le maestre che prestano attenzione alla presa indice-pollice (a
pinza) dei più piccoli e, dopo, alla primaria, quando la muscolatura
della mano si è irrigidita è troppo tardi correggerla.
Quindi
dobbiamo dire "no" alla tecnologia?
Senza
demonizzare l’utilizzo delle nuove tecnologie lanciamo un grido
d’allarme per l’abuso del “tocco e trascinamento digitale”
organo della demenza digitale come dice Spitzer.
Cosa
servirebbe per far star bene i bambini?
Occorre
che siano liberi di muoversi, di gattonare e trovare un appoggio alla
loro altezza per provare i brividi dell’erigersi a stazione eretta
e dell’andatura bipede per la prima volta, dovrebbero essere messi
nella condizione di riuscire a farlo nel modo più autonomo possibile
anche se sotto lo sguardo vigile ed amoroso degli adulti.
La pedagogia del Lunedì con il professor Ermanno Tarracchini