Asili nido: A che punto siamo? Tra numeri e paure


Cronaca Bambina 
L'Osservatorio dei conti pubblici Italiani, osservatorio guidato da Carlo Cottarelli, pubblica una puntuale analisi sugli asili nido. Cosa ci racconta?


Lo studio di OCPI 

Lo studio, a firma di Edoardo Frattola, lo potete leggere integralmente dal sito   dell'Osservatorio OCPI.
Molto in sintesi i dati cosa ci raccontano?
I nidi sono ancora poco diffusi, sfioriamo il 25% e non raggiungiamo il 33% che ci eravamo prefissati ormai tanti anni fa.
I nidi sono pochi anche se le nascite sono calate (quest'anno abbiamo avuto un nuovo minimo storico).
Per averne a sufficienza dovremmo investire circa 1 Mld in più, ma se puntassimo a raggiungere una copertura del 60%, come suggeriva di recente il Piano Colao, dovremmo investire oltre 4 miliardi.
Queste cifre si riferiscono ad un ipotesi di spesa corrente, se andiamo a considerare la spesa di investimento l'ufficio Valutazioni d'impatto del Senato ha valutato che occorrerebbero 1,9 mld o 8,1 mld, sempre se puntassimo al 60% della copertura. 

Nel confronto con gli altri paesi OCSE?

Il nostro paese ci fa davvero una magra figura perché spendiamo per l'appunto pochissimo e, aggiungo io, quel poco lo spendiamo molto male, come abbiamo cercato di dimostrare nel nostro ultimo report "Cinquant'anni di storia politica dei nidi". 

Perchè le famiglie non iscrivono i bambini al nido?   

Oltre ai dati rispetto alla distribuzione e alla spesa, il repor riporta una questione molto iportante, forse quello che potremmo definire: un decifit culturale.  Nel report si scrive "Ben più rilevante (rispetto a chi non iscrive i bambini per questioni di costi) è la quota di famiglie che dichiarano di non aver iscritto il proprio figlio al nido perché c’è un familiare che se ne può occupare o non si vuole delegare ad altri il proprio compito educativo (38,5 per cento), oppure perché si ritiene che il bambino sia ancora troppo piccolo o si teme per la sua salute (43 per cento). Quest’ultima motivazione è particolarmente forte per i bambini sotto 1 anno, dove infatti il tasso di non iscrizione al nido tocca il 93 per cento (anche grazie agli strumenti di conciliazione a disposizione delle madri, come il permesso per l’allattamento o la maternità facoltativa); all’aumentare dell’età crescono invece sia la percentuale di bambini iscritti, sia la domanda potenziale non soddisfatta".

Alcune conclusioni personali

Finchè non riusciremo davvero a far conoscere e diffondere la cultura dei nidi non riusciremmo davvero a consolidare questo importante sistema educativo. Ce lo ha dimostrato la storia : i nidi sono nati dalle esigenze delle donne  e si sono diffusi nei territori dove c'era più lavoro e maggiore pressione per averli: in Emilia Romagna, in Toscana per primi.
Il libro ed eboock Mamma portami al nido! l'ho scritto proprio per dar risposta a queste paure e nel suo piccolo sta tentando proprio colmare questo vuoto. Portare informazioni e conoscenza ai genitori, cosa possa offrire un buon nido, non solo al bambino che lo frequenta, ma a tutta la famiglia, nonni compresi è determinante per l'intero sistema.
E forse in questo tempo di grande difficoltà per la famiglie, in questo momento in cui i nidi sono stati richiesti a voce così alta,  potrebbe rivelarsi un momento strategico per far riscoprire o scoprire l'efficacia e il benessere che un BUON nido può portare a bambini, mamme, famiglie al a tutto il paese.