Quando un servizio si riduce a un click day: i centri estivi a Bologna




Crescere in città Scrivo di getto per condividere la mia esperienza di genitore, quando si avvicina il passaggio alla modalità estate.

(Con modalità estate mi riferisco alle 14 settimane che intercorrono tra ultimo e primo giorno di scuola,  nelle quali, tolte le 2-3 settimane di ferie familiari, bambini e ragazzini sono pacchi postali da sistemare mentre i genitori lavorano. Ne ho già parlato e non mi dilungo)

Il 26 aprile 2023 il Comune di Bologna ha decretato  il click day dei centri estivi. 


Già istituire un click day come se dovessi prenotare un concerto, io lo trovo abominevole. 

No, caro Sindaco, no caro Assessore, non sto prenotando un concerto, sto cercando un luogo dignitoso per i miei figli (che nella maggior parte dei casi sarà un baby parking), per poter continuare a lavorare mentre le scuole sono chiuse.

Come se non bastasse, il click day scatta alle ore 14, in pieno orario lavorativo! Sono nel loop dell'assurdo: lavoro quindi ho bisogno del centro estivo,  ma non posso lavorare perché devo fare l'iscrizione al centro estivo. Era meglio l'anno scorso: il bando si apriva a mezzanotte, almeno eravamo tutti pari.

(Vorrei aggiungere tra parentesi  che tutti gli open day delle scuole superiori bolognesi sono organizzati tramite click day: tra novembre 2022 e gennaio 2023 abbiamo dovuto combattere con registrazioni e click perché uno dei nostri figli potesse scegliere in maniera consapevole la scuola superiore...non ci sono parole)


Torniamo ai centri estivi: per prepararci adeguatamente al click day, abbiamo trascorso la mattina del 25 aprile (non era festa?)  nell'amabile attività di selezione dei centri estivi: 5 file pdf disponibili sul sito del Comune, uno per ogni quartiere,  decine di pagine da consultare e incrociare con il piano ferie, con gli impegni familiari, con l'agenda dei nonni e con quella delle baby sitter. 

Il tutto è stato poi diligentemente traslato nell'ormai consueto file Excel: prima colonna con le date (dall'8 giugno al 15 settembre) seguita da una colonna per ogni figlio, un totale di 70 righe da riempire...


Se non fossi così coinvolta riderei di tutto ciò.


Ed eccomi alle 13.30 del fatidico 26 aprile. Scopro che quest'anno la modalità d'iscrizione è totalmente diversa, con una nuova piattaforma diversa da Scuoleonline, che, pur con tutti i suoi limiti, almeno è uno strumento consolidato e conosciuto. No, tocca studiare il tutorial, tocca apparecchiare la scrivania con i codici fiscali di tutti i familiari e le partite iva dei datori di lavoro mio e di mio marito. 

Sono le 14 e il countdown si azzera. Prima sorpresa: ho già 260 persone davanti a me, tempo stimato di attesa 15 minuti. 

Avevo detto al mio capo che mi ci sarebbero voluti circa 20 minuti. Pazienza. 


Alle 14.16 compare la fatidica scritta "Ora è il tuo turno", ma e' seguita da "Ci sono tempi di servizio prolungati, sarai guidato verso il servizio al più presto possibile".   L'italiano mi pare molto incerto. 

Tradotto: Sarebbe il tuo turno ma devi aspettare ancora.

Poi dopo qualche minuto qualcosa succede, compare la videata del login, vai con lo spid, inquadro il QR code e... "sono dentro" scrivo trionfante a mio marito via Whatsapp.


Comincia il conto alla rovescia. 

I miei dati (sì, sono la stessa nata a Modena 46 anni fa, sempre io, me lo chiedete da 14 anni...)

Mail

Numero di telefono

...

Ora i dati della figlia 

Quale scuola frequenta? Ma come, non lo sapete?

No,  il sistema non lo sa. Ok, te lo scrivo io.  Ma non posso semplicemente scriverlo, devo cliccare sul tipo di scuola, poi sul quartiere,  poi su "ricerca scuola" e solo allora compare la scuola di mia figlia.


La domanda si compila per un figlio alla volta: due figli, due domande diverse.

Attenzione: solo una per figlio, non puoi fare integrazioni successive, non puoi cambiare programma, non puoi sbagliare. One shot.


Ed ecco la genialata: per evitare doppi inserimenti il sistema deve fare un controllo: tu clicchi su "recupera domanda" e lui verifica. Peccato che si blocchi di continuo. Peccato che i campi compilabili obbligatori diventino grigi e incompilabili. Peccato che si impalli tutto. 

Respiro

Tiro diversi accidenti.

Riprovo.

No.

Riprovo.

Ok. Andata.

Ora i dati del mio datore di lavoro. Ok.

Poi i dati del datore di lavoro di mio marito. Ok, sono preparata, partita iva compresa. 


Ma poi...che tipo di contratto ha mio marito? Nessuna delle opzioni mi sembra corretta. Inoltro foto dello schermo via whatsapp. Il coniuge non risponde (sta lavorando, è normale). 

Lo chiamo. Risponde. Decidiamo cosa selezionare. "Quando ti scade il contratto?"  

"Aspetta che verifico". Ok. Fatta anche questa.


Altro blocco. Non riesco a inserire il Comune in cui si trova l'ufficio di mio marito. Il sistema non carica la lista dei Comuni della provincia di Bologna.

"Ma che ti frega dove lavora???" grido allo schermo.

I colleghi mi guardano allibiti.

Devo resistere.


Si sblocca.

Vado avanti.


Ora mi chiede "Vuoi il contributo?" Certo che lo voglio. Sono qui per questo. Sono in balia del tuo sistema per questo. Certo che voglio quel cavolo di contributo. Anche se è un'elemosina. Anche se la platea degli aventi diritto è stata ridotta quest'anno e 1000 famiglie in meno potranno beneficiarne (per dovere di cronaca segnalo che qualche giorno dopo arriverà l'avviso che la soglia ISEE degli aventi diritto è stata alzata). Anche se è una vergogna che l'estate sia l'incubo dei genitori. Anche se mi sento come una pezzente che ti sta chiedendo il favore di aiutarmi con i figli. 

Voglio il contributo.

Si', Conosco i requisiti e No, non ho altri contributi.

Se ne avrò ti informerò subito.


(Continuo a rispondere meccanicamente a tutte queste domande assurde)


Devo andare avanti.

Finalmente devo inserire le settimane richieste.

Prima... ok

Seconda... ok

Terza...no...non la prende. Non riesco ad aggiungerla.

Riprovo.

Respiro.

Maledico il portale. 

Clicco ancora su "aggiungi", ora funziona. Terza settimana aggiunta.

Chiudo la domanda 

Clicco invio.


È  fatta.


E ora...tocca all'altro figlio. Schermo grigio...poi si apre di nuovo la schermata di inizio domanda.  Almeno non mi ha buttato fuori. Temevo di dover rifare la fila. I tempi di attesa sono oltre un'ora adesso.


Posso procedere. Reinserisco tutti i dati.

Al "recupera domanda " va in palla completa. 

Ansia. 

Minuti che scorrono.

Click nervosi sulla tastiera.

Si sblocca.

Proseguo

Altri blocchi, altri elenchi che non si aprono.

Devo finire. 

Arrivo in fondo e clicco su invia...

Rulli di tamburo...

Ed ecco il gran finale 

"C'è stato un problema. A breve potrai tornare al modulo"

Sono quasi le 3, è un'ora che combatto.

Sono stanca, amareggiata, arrabbiata, mi sento umiliata e derisa.

Ma non posso permettermi di rinunciare.

Ricomincio, per fortuna avevo salvato i dati e il sistema procede più spedito.

Termino.

Invio. 

È finita.

Informo marito e capo.


Mi resta una sensazione di nausea. Non è civile tenere i genitori ostaggio di un click day. Io non sto chiedendo la carità e tu, Comune,  non mi stai facendo un favore. Se vogliamo metterla sul piano meramente economico, stai dando un supporto ampiamente insufficiente a chi,  tutto sommato, pagherà pannoloni e pensioni ai cittadini anziani di domani.


Il prossimo anno ricordatelo, per favore.


Costanza Marri*


*Da piccola si è innamorata della scuola avendo frequentato le scuole d'infanzia comunali a Modena. Da giovane ha fatto formazione negli scout come animatrice. Oggi è madre di Davide, Paolo e Anna. Per anni ha fatto parte del comitato genitori dei nidi di Bologna. Ha partecipato alla fondazione del comitato cittadino 06.


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