Lo sciopero di cinque giorni, l'aggressione del genitore e i diritti dei bambini

 



Pensieri e Parole
La mia amica maestra mi ha chiamato l'altro giorno con il cuore in gola. 
"Alla mai scuola il genitore XX ci ha aggredito perché, per via dello sciopero- di cinque giorni- la scuola ha chiuso in anticipo".  
Ho ascoltato il racconto, che non starò a scrivere perché piuttosto triste e in fondo poco utile e cercherò di aprire un ragionamento sullo sciopero indetto da Federazione Italiana Sindacati Intercategoriale (Fisi) durato 5 giorni. Cinque giorni : un tempo quasi infinito per chiudere nidi e scuole.
 
Il fine: creare attenzione su una questione delicata come quella dell'obbligo del certificato verde sul lavoro, non giustifica il mezzo: creare un disservizio in un tempo complesso per un tempo prolungato. 
 
E' già stato descritto molto bene nel post Il sacrosanto diritto allo sciopero cosa provoca uno sciopero improvviso e prolungato nella vita di una famiglia. 
 
Abusare di un diritto, quello dello sciopero, in nome di un diritto, quello del lavoro libero, creando disagio, ostilità e conflitto, in un momento tanto complesso, ottiene l'effetto opposto e fa arrabbiare i più.
 
I No Green pass, No Vax, e le varie sfumate posizioni tra questi due estremi, stanno perdendo di vista la situazione nel suo complesso a mio personalissimo avviso. 
 
Ritengo che ci siano cose ben più gravi che stanno succedono rispetto all'odioso controllo da parte dello Stato sul lavoratore. Conto almeno tre fatti che sarebbero da considerare con grande attenzione. 
   
Primo fatto. I  contagi tra i bambini stanno aumentando. In conseguenza stanno aumentando i ricoveri in pediatria. E in Italia abbiamo pochi posti letto per le terapie intensive in ospedali pediatrici (come ci aveva raccontato il pediatra-deputato Paolo Siani).
 
Secondo fatto. Le scuole e i nidi chiusi creano disagi fortissimi. L'abbiamo visto il periodo scorso. Oggi dopo due anni difficilissimi anche cinque giorni possono risultare  un tempo incredibile da gestire per molte famiglie, spesso per le più fragili. 
 
Terzo fatto, Chi lavora in una scuola, non fa un lavoro "normale" (tant'è  che tra i primi ad essere vaccinati sono stati proprio gli insegnati). E chi svolge un lavoro tanto delicato dovrebbe bilanciare tra effetti negativi e positivi, oltre che per i propri sacrosanti diritti di lavoratore, anche per i sacrosanti diritti dai bambini.  Come si scrive nella carta dei diritti del fanciullo "Quando i diritti dei bambini entrano in conflitto, con quelli degli adulti, quelli dei bambini prevalgono".  
 
Concludendo Anche di fronte ai rari fatti di attrito, certamente accaduti in questi cinque giorni, resta il fatto che in fondo sono stati pochi i servizi educativi a chiudere e ancor meno i genitori ad aggredire. Come già successo in tempi ben peggiori, la maggior parte dei nidi e delle scuole d'infanzia sono rimasti aperti. La normalità non fa molto scalpore, ma spesso è dalla parte dei savi.    

Laura Branca