Scuola aperta o scuola chiusa? Ecco perché è una domanda sbagliata. Parola a Paolo Siani



Parola a...

E’ nato l’Intergruppo parlamentare infanzia e adolescenza. E’ composto da circa 40  deputati tutti appartenenti alla maggioranza. Questo gruppo di politici hanno già lavorato insieme durante il primo loockdown per portare attenzione al tema infanzia. E ora continuano il lavoro in modo più formalizzato. I coordinatori del gruppo sono Paolo Siani che abbiamo già incontrato più volte (leggi qui e qui) e l’onorevole Paolo Lattanzio. Appena costituiti hanno avanzato richieste sui 4 temi: la scuola, i dati sui contagi, gli ospedali, e hanno chiesto e ottenuto, che venisse nominato quanto prima un nuovo Garante per l’infanzia. La nomina del Nuovo Garante è avvenuta ieri (leggi qui) mentre per gli altri punti i giochi sono aperti e tutti da spiegare. Incontro nuovamente Siani per capire meglio. 

 

Perché formare un intergruppo sul tema infanzia quando già esiste la commissione bicamerale infanzia?

Perché sono due diverse realtà e hanno scopi differenti. La commissione bicamerale ha finalità propositive, di approfondimento e di studio. La commissione ha compiti di indirizzo e di controllo sulla concreta attuazione sia degli accordi internazionali sia della legislazione interna relativa ai diritti ed allo sviluppo dei soggetti in età evolutiva. 

Come ad esempio?

Gli ultimi temi affrontati riguardano la violenza sui minori, il cyberbullismo.

E il nuovo intergruppo aspira a fare cosa?

A promuovere attività e dibattito politico sulle emergenze che riguardano l’infanzia. Gli intergruppi nascono anche per portare avanti progetti di legge. 

Uno dei temi che avete posto all’attenzione è: scuola aperta. Aperta a tutti i costi?

No, direi piuttosto che uno dei temi è scuola aperta in sicurezza. In alcune zone d’Italia e d’Europa, allarghiamo lo sguardo, è possibile  mantenere la scuola aperta in sicurezza, in altre no.

Dove e come è immaginabile farlo?

E' plausibile se tutto quello che ruota attorno alla scuola è sicuro, quindi i mezzi di trasporto, gli spazi attorno alla scuola…

E la scuola come dovrebbe essere?

In aula dovremmo avere pochi studenti, i banchi dovrebbero essere ben distanziati, dove si possono fare attività all’aperto e tamponi all’occorrenza con modalità celeri. Dovremmo anche garantire una migliore comunicazione tra scuola e medici

L’impressione che ho è che abbiamo fissato delle regole che non riusciamo a rispettare. E in quei casi che fare?

Se, non siamo in grado di rispettare le regole c’è un rischio di diffusione e questo deve essere molto chiaro. Ma il dibattito non deve essere scuola aperta, scuola chiusa come fossimo alla stadio

Perciò?

Perciò credo che oggi dovremmo sopratutto riflettere e immaginare il futuro. La pandemia prima o poi la supereremo ma ci ha portato all’attenzione due tematiche urgenti su cui è importante intervenire: la sanità e la scuola.

Scavalcando l’oggi casa immagina?

Una scuola diversa che sappia lavorare anche a distanza.

Anche?

Si, anche perché se è vero che la scuola va fatta in presenza, e su questo punto non si discute, è anche possibile rafforzarla con strumenti e soluzioni innovative.

Come possiamo farlo?

Teniamo presente che arriveranno molte economie dall’Europa. Se saremmo in grado di rilanciare queste due tematiche fondamentali, il covid sarà stata una disgrazia che ci ha fatto maturare soluzioni di benessere. Se non ci riusciremo, sarà stata solo una disgrazia.

L’altro punto che avete evidenziato è che mancano dati  relativi ai contagi nella scuola (leggi qui #DatiBeneComune)

Sui dati facciamo una precisazione. Sarebbe bene raccogliere dati sugli effetti della NON scuola. Ci sono dei territori dove è quasi un anno che è chiusa, sarebbe opportuno catalogare informazioni sugli effetti che questa chiusura ha avuto. Sarebbe importante anche avere dati sui contagi rispetto alle fasce d’età.

Ma i dati non ci sono. Secondo lei perché?

Non lo so. Li abbiamo chiesti e continueremo a farlo. Li abbiamo chiesti anche a Brusaferro presiedente Iss per ora attendiamo. E’ importante avere dati scorporati per età e per territoriali per capire meglio come dovremmo comportarci.

I dati non ci sono ma il Garante per l’infanzia è stato eletto. Ma era davvero così necessaria questa figura? In fondo negli ultimi anni cosa hanno fatto in concreto che azioni politiche incisive?

Capisco la domanda, ma le funzioni che il garante dovrebbe assolvere sono importanti: controllo, stimolo politico, ascolto dei minori e al mondo che ruota attorno a loro: insegnanti, famiglie...

Allora cambio la domanda: c’è stato un garante che ritiene abbia svolto azioni incisive?

Si, Spadafora (leggi qui la nostra intervista), ma anche Albano che ha più volte sollecitato l’intervento dei politici su temi legati all’infanzia. Ad ogni modo l’intergruppo vuole verifica e lavorare in relazione al garante e capire, se, e come, le sue funzioni possano essere modificate per rendere le azioni più celeri e incisive.

Ultimo tema: bambini e Covid domanda al “Siani pediatra”: i bimbi sono piccoli untori o no?

Sarebbe bello poter rispondere in modo preciso, ma la realtà è che sappiamo molto poco. La certezza è che i bambini si ammalano meno gravemente, rispetto agli adulti e ancora non sappiamo perché. Impareremo a conoscere nei prossimi mesi, se non nei prossimi anni, i perché e i come . Oggi sappiamo che i più piccoli possono contagiare e che vanno protetti.

E infine?

E infine ho chiesto al Ministro Speranza se sono stati allestiti posti letto pediatrici. Dovremmo conoscere anche questi dati. E’ importante prevedere, perché come gli adulti, anche i bambini, anche durante l’emergenza Covid, continuano ad avere altre malattie. Va previsto così da poter continuare a curare tutti. Al Santobono i letti sono stati aggiunti. E negli altri ospedali? 

 

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