Il tempo e lo spazio dei bambini durante la pandemia. Due piccole mostre raccontano

 


Pensieri e Parole
 
Girando per Bologna in questi giorni sono incappata in due piccole mostre entrambe dedicate ai bambini. La prima coinvolgeva i ragazzi delle medie a cui si è chiesto di descrivere come avevano vissuto il loockdown e la dad attraverso degli elaborati. La seconda è una mostra fotografica a cui si è stato chiesto, questa volta ai genitori, di registrare il vivere dei bambini, questa volta piccoli, durante il lookdown. 
 
Gli scritti come gli scatti non avevano pretese artistiche ma volevano osservare e prendere atto, di un momento straordinario delle nostre vite. 
 
Insomma dopo molta, forse troppa, narrazione da parte di noi adulti sullo stato mentale, della salute, delle emozioni dei nostri bambini e dei nostri ragazzi, queste due piccole iniziative hanno tentato di dare voce ai piccoli. 
 
(Come del resto avevo già tentato di fare, da questo blog, quando ho intervistato bambinebambini sullo stesso tema).
 
La pedagogia

In questi ultimi due anni buona parte della pedagogia ha denunciato con grande forza quanto danno la scuola e i nidi chiusi avrebbero e hanno causato sulle giovani menti in evoluzione. 

Eppure di questo terribile e irreversibile trauma non ho trovato traccia nelle esposizioni. 
 
La voce dei piccoli
 
I ragazzi che hanno raccontato e i bambini fotografati hanno mostrato tristezza nell'essere chiusi, nello stare lontani, hanno mostrato malinconia ma hanno anche mostrato una grande capacità di resilienza una capacità di fare esperienza anche nel tempo della chiusura.
 
Le foto esposte in via Filopanti, presso l'Università di scienza della formazione, e raccolte dalla redazione di Infanzia, mostrano bambini che cucinano, che puliscono, che si impegnano davanti al pc, bambini che si travestono, che leggono che vivono negli spazi, chiusi ma aperti, dei cortili riscoperti... Mostrano sguardi persi verso il cielo, mostrano momenti di riposo e di intimità...
 
I testi in Sala Borsa scritti dei ragazzi, compresi tra gli 11 e i 14 anni, sono precisi e narrano tante emozioni, desideri, tristezze ma anche tanta consapevolezza del vivere insieme... Quasi tutti, ad esempio, citano il presidente Conte come una figura di riferimento nel primo momento della totale chiusura. 
 
Gli scritti sono lontani dalle retoriche dei ragazzi che lo scorso anno hanno gridavano di voler tornare a scuola perché volevano far la fatica e imparare. 
 
Qui hanno raccontato la noia della dad, la sofferenza di stare lontani ma hanno raccontato anche di fratelli invadenti, di sorelle con cui giocare, di genitori affaccendati, hanno parlando di spazi,  di grandi emozioni e di grandi evoluzioni di crescite...
 
Il Cortocircuito temporale
 
Trovo ci sia uno strano cortocircuito tra quanto tempo effettivamente scuole, e sopratutto nidi, siano stati chiusi e il tempo della chiusura percepita da alcuni. 
 
Trovo uno strano malessere diffuso rispetto allo scorrere del tempo. Un tempo considerato solo in apprendimento e in cose da fare...

Trovo si gridi e si strepiti troppo attorno ai poveri, agli ultimi, ai dimenticati, ai suicidi, ai maltrattati,  come se la "normalità" fossero loro e come se il resto non esistesse. come se la scuola dovesse riaprire per guarire tutto, anche quello che di solito evita con una certa fermezza. 

Trovo poi che gli "ultimi" siano stati troppo presto scordati una volta che le scuole hanno riaperto come se il problema con l'apertura fosse già risolto.
 
Il cortocircuito dello spazio
 
La mostra delle immagini ha indagato, indirettamente, anche l'altro spazio praticato dai bambini: la casa. Nei circa trenta scatti esposti non ho potuto fare a meno di notare che almeno nella metà erano presenti inferiate, recinti, reti...
 
I nostri spazi più intimi li abbiamo sbarrati, chiusi dimostrando un'altra grande paura comune: quella del "fuori", del altrove.
 
Saremo in grado di riemergere con idee di libertà dopo aver vissuto questo strano tempo sospeso e colmo di paure ? Saremo in grado di metterci in ascolto senza parlar sopra ai bambini? 
 
Forse, alcuni di noi adulti, si saprà far tesoro, o per lo meno penserà al nostro modo di vivere senza tempo o spazio, intanto i bambini e i ragazzi vanno avanti e vanno avanti con fiducia nel futuro.