La Valutazione come processo che valorizza la professionalità degli insegnanti

 




Parola a... I nidi e le scuole dell’infanzia accolgono quotidianamente bambini e bambine portatori di nuove competenze e nuovi saperi; nuove forme comunicative; nuovi contesti culturali e sociali che, talvolta, esprimono particolari bisogni educativi e di cura.


Parlare di bisogni educativi è una dimensione molto particolare e, allo stesso momento, notevolmente delicata. Riconoscere un bisogno non è cosa facile e, soprattutto, richiede grandi doti non solo formative, ma anche e sopratutto, relazionali e umane. 

I servizi educativi, quindi, necessitano di uno sguardo rinnovato capace di leggere le nuove identità dove gli insegnanti possono, attraverso le loro competenze, diventare una risorsa capace di affrontare i bisogni emersi in questo nuovo scenario culturale e sociale.

La valutazione come guida

In questo senso, la valutazione oggi, insieme all'autovalutazione, può delineare quel processo che guida gli insegnanti a essere non solo più consapevoli rispetto allo sviluppo e agli apprendimenti dei bambini e delle bambine, ma anche continuamente “aggiornati” sul valore del proprio ruolo: insegnanti quindi, attenti, in grado di capire le caratteristiche e di leggere le diverse identità per offrire sempre di più contesti attinenti e idonei, favorendo così i percorsi di crescita del singolo e del gruppo.

La Valutazione e la norma

Valutazione è proprio una brutta parola, che non piace a nessuno. La valutazione fa tanta più paura dove c'è l'abitudine a rispettare la forma, la procedura, la norma, e non a interrogarsi sugli effetti, i risultati, le conseguenze. Perché valutare vuole appunto dire “dare un giudizio”; ma di sostanza, no di semplice forma. Questo giudizio sostanziale ci interessa per capire come funzionano le cose, anzi: se abbiano funzionato, come, e, soprattutto, perché, in quanto quest'ultima domanda ci consente di migliorare.

La Valutazione e le capacità

Questa necessità di capire cosa ha fatto funzionare le cose, oppure no, non fa necessariamente riferimento alle capacità individuali; non segnala delle colpe, non stigmatizza un'onta. Segnala invece una semplice realtà, e cioè che il mondo è fatto di persone, ognuna con la
propria testa, che si aggregano in organizzazioni per gestire servizi, erogare prodotti, condurre processi sociali, e tutti insieme costituiscono un complesso sistema che non è riconducibile a formule, che non è ingegnerizzabile*.1

La Valutazione e il merito

Riconoscere e valorizzare la professionalità degli insegnanti sicuramente non è un cosa semplice, ma neppure una cosa impossibile.
Liberarsi dai criteri basati sull’anzianità di servizio e/o anzianità di presenza nello stesso Istituto, ma legata a criteri di valutazione “di merito” e del “talento” che riconoscano l’impegno nella ricerca
didattica, nella formazione, nella qualità professionale, sicuramente potrebbe essere un'alternativa mirata all'interesse dei bambini, delle bambine e degli studenti in generale.

Riconoscere e valutare 

Riconoscere i meriti delle persone è “politicamente” corretto. Né di destra, né di sinistra (direbbe Giorgio Gaber). All'opposto, il merito è il presupposto della democrazia, perché dovrebbe aiutarci a superare i vincoli sociali, di territorio, di cultura, di casta, che si sovrappongono al pieno sviluppo di talenti e potenzialità di ciascuno.
Il merito, in generale, è il valore “aggiunto” che le persone mettono ai loro talenti e alle loro attitudini... La scuola che promuove il merito dovrebbe scoprire i talenti, coltivarli, permettere a tutti di dare il meglio di sé (capability). 

La Valutazione e il talento

Non è in gioco un’astratta gara meritocratica... Le parole “merito” e “talento” possono creare disturbo, ma in questo contesto è in gioco il problema della professionalità docente, degli standard professionali che gli stessi docenti (nelle loro forme di rappresentanza culturale e professionale) dovrebbero darsi.

La Valutazione e la creatività

Un buon insegnante:  si prende cura della propria formazione; si prende cura della propria classe; si prende cura della propria scuola2.
Il pedagogista inglese Ken Robinson, famoso per i suoi studi sull’intelligenza e sul talento, è solito affermare che la scuola ha la straordinaria capacità, da un certo momento in poi, di uccidere la creatività.3

La Valutazione e lo sviluppo   

Quando si parla di differenze tra vocazioni, inclinazioni o talenti, si parla davvero di differenze? Insomma, chi ne parla sta prendendo sul serio la teoria delle intelligenze multiple di Gardner, che valorizza tutti i tipi di intelligenze, anche quelle meno ortodosse nella normale prassi scolastica?4
Collegare lo sviluppo della carriera all’assunzione di funzioni di “governance” all’interno della scuola dell’autonomia, svolgendo ruoli di responsabilità legata al supporto organizzativo alla didattica e di leadership collaborativa con il dirigente scolastico, può costituire un forte incentivo nel valorizzare sempre di più il modello di gestione basato sulle reti tra le scuole e il territorio.

 

Alessia Traversa Insegnante di scuola d’infanzia e/o pedagogista 

 

 

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La Cura degli spazi di apprendimento e i cento linguaggi dei bambini

 

Note 

1 Giudicare cosa, giudicare perché?, Cos'è la Valutazione, Claudio Bezzi, Franco Angeli.
2 Valutare o Valorizzare i docenti? Giancarlo Cerini
3 http://sirkenrobinson.com
4 H. Gardner, Formae mentis, Feltrinelli 2004.