Bologna smantella l'istituzione nidi e scuole. Cosa ci racconta questa storia ?



Cronaca Bambina 
Merola smantella l'istituzione educazione (IES) insieme ad altre due istituzioni nate  prima di quella dedicata alla scuola e si torna al vecchio sistema. In tanti sui social
(e non solo) gridano "Evviva si torna al pubblico!" ma il cambio istituzione-comune non è un cambio privato-pubblico. E' una questione politica che ci racconta tante cose. Ma prima di capire cosa facciamo un passo indietro.


Nasce l'Istituzione scuola: una scelta politica

Anno 2014 Bologna aveva appena superato un momento complesso. Dopo vari spostamenti di personale dal pubblico ad Asp, si decide (in tempi rapidissimi) di creare l'istituzione. Una "soluzione" che Merola aveva già anticipato nel programma elettorale. Subito dopo ha assunto tanti dipendenti ai nidi e alle scuole d'infanzia (cambiando a questi ultimi il contratto di lavoro). Ad ogni modo prima e dopo l'istituzione, i servizi educati sono rimasti a gestione pubblica. E' stata una scelta politica, possiamo dirlo oggi a distanza di tempo, che ha mantenuto ciò che aveva dichiarato l'allora assessore Pillati in questa intervista .
     
Perché chiude l'istituzione?

"Oggi l’azione amministrativa e contabile delle istituzioni risulta soggetta a disposizioni via via più stringenti che, sotto il profilo contabile e fiscale, determinano per il Comune l’impiego di maggiori risorse".  Spiega il primo cittadino con un comunicato lanciato ieri.

L'istituzione "muore" e lascia il segno

L'istituzione ha funzionato? Forse, quel che è certo è che  ha lasciato dietro di se' malessere e paura da parte dei lavoratori e tanta inefficienza.
Facciamo un esempio pratico: prima se alla scuola si doveva fare il piccolo lavoro di manutenzione la dada Pina (tanto per dire un nome) telefonava in quartiere e arrivava il "ciappino" Mario (tanto per fare un altro nome) a riparare il danno. Il tutto nel giro di poco tempo, così anche per le sostituzioni.
Con la l'Istituzione cosa è cambiato?
Invece di essere più efficiente il tutto si è allungato: (la linea telefonica alla sede centrale IES "scoppiavano" e per dire "venite a sistemare il giardino?" Ci si metteva molto più tempo). Il sistema  centralizzato (organizzato con poco personale) ha significato un sistema meno umano, un sistema più dedito alla regola e al risparmio che ad altro. Un sistema guidato con forza dal direttore col pugno di ferro e le orecchie foderate di spugna, alle rimostranze del personale, la dottoressa Marina Cesari, nominata in fretta e furia dal sindaco senza aver ascoltato, come da regolamento, il parere del Comitato.  

Istituzione anno 2014

La politica oggi ci "vende" questo nuovo passaggio come del tutto vantaggioso. Del resto anni fa ci "vendeva" l'istituzione come la soluzione del tutto vantaggiosa. E se Merola tra un vantaggio e l'altro non possa, per ovvi motivi, anche fare ammenda, noi possiamo però fare un passo indietro ricordare e valutare. Sull'istituzione ho scritto tanto e collezionato tante voci che rilette oggi fanno riflettere. Le dichiarazioni del sindacalista Michele Vannini e della pedagogista e delegata RSU di Cgil Micol Tuzi, la testimonianza del consigliere Francesco Errani che aveva portato alla luce in tema ancora e sempre centrale nella politica della città: la di mancanza ascolto e partecipazione (nonostante i proclami). Nelle due interviste ai consiglieri dell'opposizione quella al consigliere (oggi in regione)  Michele Facci che dava attenzione all'elezione della dottoressa Marina Cesari (che in quel momento aveva parecchie beghe da sbrigare) e quella di Federica Salsi che sosteneva come " Spesso la politica si appoggia alla classe amministrativa. A volte non ha la forza di opporsi verso nuovi orizzonti". 

Ritorno al passato
Insomma ma è un bene il ritorno al comune? Vedremo come la cosa sarà organizzata, così come è stato per l'istituzione, dobbiamo aspettare di vedere come sarà gestita "Entrare e uscire" dal comune è stato indifferente, trascurabile? NO, non lo è stato affatto! Oggi possiamo dirlo. E dunque tutta questa storia ci racconta qualcosa? Tante cose a parer mio.
Primo chi ha urlato e pensato a pericoli nascosti si è sbagliato. ha portato il dibattito su argomenti infondati seminando confusione e panico e perdendo di vista la reale situazione.
Secondo la giunta con grande (troppa) disinvoltura ha spostato qua e là lavoratori, non ha ascoltato, non ha dialogato in modo proficuo con i lavoratori e questo ha prodotto sfiducia. E la fiducia è importantissima per restituire buoni servizi educativi.
Infine è bene notare la celerità con cui si è fatto doppio passaggio da comune all'istituzione andata e ritorno. Quando la decisione politica è presa tutto si appiana per magia, non ci sono difficoltà insormontabili, rischi impossibili, costi eccessivi... Quindi quando siete seduti ai tavoli preposti alla partecipazione, al confronto con il politico, ricordatevi di questa storia e chiediamoci cosa sia davvero la partecipazione dei cittadini e quanto davvero valga. La mia risposta è piuttosto netta: vale un due di picche!