Le norme di sicurezza scavalcate: lettera di una maestra

 
donne e bebèi



Cronaca Bambina 
Una nuova comunicazione, sotto forma di lettera, narra come nelle scuole d'infanzia bolognesi le norme di sicurezza non sempre siano mantenute e preservate. Un caso specifico e particolare che va ad accodarsi ad altre narrazioni simili che hanno portato più volte e in diversi contesti i sindacati in piazza a protestare negli scorsi mesi.

Sicurezza ma dove sei?
 
La lettera è pubblicata per intero sulla pagine fb dall'associazione docenti italiani Adi  di Bologna e per ovvi motivi non è firmata. 
Cosa racconta la lettera?  Che nella scuola XX si sarebbero verificati tra il personale più casi di Covid
 
"Dopo le informazioni inviate al referente Covid e i risultati pervenuti dall’ASL, ci è giunta la mail del tracciamento che ha incluso tutti i bambini presenti il giorno dell’inizio del contagio e il personale che ha presentato i sintomi. Alcune persone tra gli adulti presenti quel giorno, tra cui le insegnanti, e i bambini assenti, non sono stati inclusi nel tracciamento".
 
A questo punto gli adulti e i bambini tracciati sono stati invitati ad effettuare un tampone rapido, mentre il restante personale è stata data libera scelta di effettuarlo autonomamente. Ad ogni modo come da procedura la scuola è stata chiusa per due giorni. E qui arriva il punto dolente

"... nonostante questa situazione con un “cluster nella scuola (come definito dagli esperti) il secondo giorno è stato richiesto alle “insegnati superstiti” (tenute a fare lavoro agile) di effettuare supplenza in un’altra scuola" e continua "Tutto questo senza sapere l’esito del tampone che peraltro una delle insegnanti doveva effettuare quel giorno stesso". 
 
La lettera che va ad aggiungersi a testimonianze simili, già raccolte durante uno sciopero organizzato da Sgb  e Cobas  in novembre e altri fatti in altri contesti educativi non ultimi Milano è oggettivamente preoccupante.  
 
Una conclusione personale
Ora assumendo per vero quello che racconta la maestra, anche perché alla lettera, aggiungo le parole che ascolto quasi quotidianamente di educatrici e maestre che da vari contesti, mi informano, sempre in forma anonima, di situazioni simili,  credo che si utile porre più domande (alcune retoriche) : 
 
Primo: Se i nidi e le scuole d'infanzia devono rimanere aperti, e sono stati i primi a riaprire per ovvie necessità, non è il caso di aumentare subito, in questo momento,  le risorse per tutelare la sicurezza massima che possiamo consentire? Secondo: Siamo certi che eventuali focolai siano più economici da gestire rispetto a garantire più personale? (se proprio vogliamo evitare di affrontare il difficile tema sanitario e sociale ) 
Terzo: Qualcuno crede che così aumenti la fiducia dei genitori nei servizi? (servizi poi appena investiti, proprio in città da altre pessime notizie) E se la fiducia non aumenta qualcuno pensa che poi i genitori siano ligi a comunicare ciò che succede loro?
Infine, mi tolgo un sassolino:  ogni volta che affronto notizie simili vengo attaccata da altre educatrici che raccontano come: nei loro nidi la sicurezza sia garantita e come invece la sicurezza sia minata dal comportamento sconsiderato dei genitori. 
Ho fiducia in queste testimonianze perché so per esperienza che ogni realtà ha la sua storia e non si può generalizzare. 
Però il fatto è che usciremo da questa situazione solo insieme, facendo attenzione tutti, genitori e istituzioni- E sottolineo che se sono le istituzioni a non rispettano le regole è molto più grave, sia in termini pandemici, sia in termini educativi, di fiducia e trasparenza, perché dovere dalle istituzioni è anche dare il buon esempio a tutti seguendo le regole che loro stessi si sono dati.
 
Laura Branca
 
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