Un viaggio in famiglia




Crescere in città Era stato deciso da tempo: quest'anno  niente vacanze al mare. I figli sono stati giudicati sufficientemente grandi per un viaggio culturale in un paese europeo. E così è iniziata l'avventura: pianificare e poi godere una vacanza di 14 giorni in Francia.

Il budget

Partiamo da una premessa: viaggiare costa un sacco. Anche se prenoti 6 mesi prima, anche se scegli le compagnie low cost, anche se cerchi appartamenti fuori mano, ogni cosa moltiplicata per il numero dei componenti famigliari (5 nel nostro caso) diventa super costosa. Mio marito è diventato il massimo esperto di voli e appartamenti, io la massima esperta di metropolitana, e vi assicuro che tutto ciò che poteva essere limato è stato limato, ma un viaggio del genere implica uno sforzo economico che deve essere ponderato e pianificato. Nel nostro caso, molto semplicemente, non può essere annuale.

Il lungo pre

Nell'era di internet e dei click day, l'organizzazione di un viaggio richiede una lunghissima fase preparatoria, bisogna prevedere tutto con largo anticipo. Dopo viaggio e alloggio, occorre prenotare gli spostamenti interni, i musei, le attrazioni turistiche e i divertimenti. Purtroppo nulla può essere lasciato al caso, occorre seguire i siti e capire quando aprono le prenotazioni di ogni singolo luogo, il rischio è restare fuori.

Le valigie

Vi posso assicurare che per selezionare valigie conformi ai 2 aerei e un treno prenotati ho dovuto creare una tabella in word. Sia i bagagli a mano sia quelli grandi avevano 3 misure diverse ammesse. È stato invece più facile del solito scegliere cosa metterci dentro: no attrezzatura da mare,  no attrezzatura da montagna e il minimo indispensabile. Gli alloggi selezionati avevano tutti rigorosamente la lavatrice.

La logistica

Dimentichiamoci i viaggi a due, senza orari e senza meta. La logistica deve essere ferrea per almeno due motivi: 1) muoversi in 5 richiede organizzazione e gestione dei tempi; 2) bambini e ragazzini hanno necessità vitali quali mangiare, bere, riposare: se hanno fame non ti lasceranno finire il giro nel museo, se hanno sete dovrai correre fuori dal negozio che ti piaceva tanto per comprare una bottiglietta di acqua, qualunque siano  prezzo e distanza da percorrere; anche  le pause bagno devono essere organizzate: la regola ferrea è "prima di uscire dai musei si va sempre in bagno", i luoghi dove mangiare devono essere scelti anche in base alle esigenze fisiologiche (se mangio un panino al parco, poi occorre prendere un caffè in un luogo che abbia una toilette fruibile e possibilmente pulita).

Il divertimento (tutti si devono divertire)

Anche se è culturale, è pur sempre una vacanza: devono essere considerati gli interessi, le attitudini, i gusti di tutti…nel nostro caso parchi e stadi sono stati un must! Ma anche i ritmi di tutti devono essere rispettati: si va con il passo del più lento, ci dicevamo sempre. Se la più piccola della famiglia non ne poteva più, era ora di fare una pausa.  Anche la mamma ha avuto un'ora di shopping da sola!

Il valore del viaggio

Durante la nostra vacanza ho avuto modo di osservare e riflettere. Ho avuto conferma di quanto sia importante per i ragazzi viaggiare, allargare gli orizzonti, scoprire che si può sopravvivere senza mangiare pasta e pizza, osservare come si vestono e si muovono i coetanei di un altro paese, avere la dimostrazione pratica di quanto è importante sapere l'inglese,  imparare a orientarsi sulle linee della metropolitana e dei tram, ottenere un'ora libera di autonomia per andare a zonzo da soli in una città straniera, riempirsi gli occhi di cose belle e di arte, osservare come un altro paese affronta i problemi che affliggono tutte le nazioni del mondo  (integrazione, globalizzazione, mobilità sostenibile) e discuterne pro e contro. 

Mi sono rammaricata di non aver insegnato prima ai miei figli che viaggiare stanca e richiede spirito di adattamento. Nei primi giorni era un continuo "ho fame, è ora di pranzo, questo non mi piace". All'inizio era anche un continuo chiedere soldi per comprare ricordini da turisti giapponesi. Poi a poco a poco li ho visti crescere e maturare e trasformarsi (in alcuni momenti) da turisti a viaggiatori.

Perchè viaggiare con la famiglia

Credo che il viaggio sia sempre un valore e che i soldi spesi in viaggi (e libri) siano (quasi) sempre ben spesi. Viaggiare con la famiglia però ha qualcosa in più. Il viaggio è parte integrante della formazione e dell'educazione dei figli. I ragazzi hanno bisogno di toccare con mano quello che leggono sui libri di scuola e hanno necessità assoluta di uscire dal mondo virtuale e misurarsi con quello reale.

(E qui vorrei dire una cosa ai nostri cari politici di tutti i partiti: 

Carissime, Carissimi voi che avete responsabilità civili, lo ripeto, il viaggio è parte integrante dell'educazione dei nostri ragazzi, e le famiglie anche in questo sono lasciate completamente sole. Come già detto, viaggiare ha un costo esorbitante che le famiglie  non possono sostenere da sole. I nostri figli saranno cittadini del mondo di domani, hanno bisogno di viaggiare. Vorrei anche dirvi che in Francia tutti i musei e i siti artistici sono completamente gratuiti per i bambini e gli studenti fino a 26 anni. I ragazzi e le ragazze entrano gratuitamente al Louvre tutte le volte che vogliono fino a 26 anni, chiaro il concetto? Perché la cultura e l'arte sono valori da consegnare alle nuove generazioni e non, o almeno non solo, una fonte di guadagno. Fine della parte "politica")

Oltre al valore formativo del viaggio, c'è un'altra ragione per  la quale  io ritengo che viaggiare con la famiglia sia importante. Condividere l'esperienza del viaggio costruisce un patrimonio di ricordi comuni. Questa memoria familiare diventa una riserva positiva per tutta la famiglia a cui i ragazzi e genitori potranno attingere con dolcezza tutta la vita. 

E allora, quando si riparte?

Costanza Marri*


*Da piccola si è innamorata della scuola avendo frequentato le scuole d'infanzia comunali a Modena. Da giovane ha fatto formazione negli scout come animatrice. Oggi è madre di Davide, Paolo e Anna. Per anni ha fatto parte del comitato genitori dei nidi di Bologna. Ha partecipato alla fondazione del comitato cittadino 06.


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